Ad "Assassin's Creed : Valhalla", dodicesimo capitolo della serie Ubisoft in uscita il prossimo 17 novembre, spetta un non facile compito.
Da un lato, le vicende di Eivor, conquistatore vichingo nell'Inghilterra del IX secolo, dovranno riconquistare la fiducia di chi è rimasto deluso dal precedente capitolo, "Assassin's Creed: Odyssey", afflitto da numerosi problemi sul fronte narrativo, e non solo. Il capitolo ambientato nel mondo greco ha difatti fatto propri tutti gli elementi peggiori della formula GDR, introdotta con "Assassin's Creed: Origins", a partire dalla frammentazione narrativa (articolata dal classico sistema di missioni "a favori": 'tu fai questo per me - che poco c'entra con la storia principale - e io farò qualcosa per te') che ha diluito a dismisura la storia del gioco, allungando notevolmente il brodo a favore di una durata esponenzialmente maggiore rispetto a quella dei capitoli precedenti - a discapito della qualità.
Sempre in termini di quantità, uno dei maggiori problemi di Odyssey è stato rappresentato dalla ripetitività delle attività e dei luoghi del mondo di gioco: accampamenti copia-incolla, ambienti riciclati ed obiettivi ripetuti (perché farmi uccidere il guardiano di un tranquillo tempio greco? A che scopo?) hanno indubbiamente aiutato la realizzazione di una delle mappe più ampie e dense della storia della serie, ma hanno anche provocato un enorme senso di noia nei giocatori in poco tempo. In tale senso, Valhalla si propone di presentare un'esperienza più varia e unica, suddividendo il mondo di gioco in quattro diverse "mappe", proprio allo scopo di realizzare ambienti e scenari profondamente diversificati ed unici. La stessa esplorazione appare molto meno guidata e meglio studiata, con luoghi da scoprire meno densi e, soprattutto, più particolari da scoprire. In tal senso, la curiosità dei giocatori sarà ben ricompensata, considerando che non verranno più indicati precisamente i luoghi da scoprire, ma verranno invece identificate delle aree in cui dovremo metterci alla ricerca di oggetti e punti di interesse.
Valhalla: la fine del viaggio, o un nuovo inizio?
Dall'altro lato, Valhalla si presenta come un grosso sunto di tutta la saga, a detta degli sviluppatori. Ai microfoni di Gamespot, Darby McDevitt, narrative director del gioco, ha difatti dichiarato quanto segue:
Abbiamo pensato a lungo come andare a connettere tutti i giochi - quantomeno la lore degli stessi - per far percepire che tutto quello che abbiamo fatto in passato avrà dei rimandi al nuovo capitolo. [...] Non voglio dare l'impressione che questo sia l'ultimo capitolo della serie, voglio evitare che si pensi questo, ma [Valhalla] sarà un ottimo sunto.
Nel capitolo ritroveremo gli Occulti introdotti in Origins, e gli sviluppatori hanno lasciato intendere che potremmo assistere a quella che sarà l'evoluzione finale del gruppo di proto-assassini, che proprio in Valhalla potrebbero compiere un passo fondamentale nella loro evoluzione in quella che sarà poi la storica Confraternita degli Assassini.
In maniera analoga ad "Assassin's Creed 4: Black Flag", Valhalla sarà un titolo cross-gen, e verosimilmente potrebbe essere l'ultimo episodio ad approdare sulle console di attuale generazione (anche se, visto lo scivolone fatto con "Assassin's Creed: Unity", forse Ubisoft vorrà prendersi più tempo prima di buttarsi definitivamente sulla next-gen).
Di fronte a questa situazione, e alle dichiarazioni finora rilasciate, viene lecito pensare che Valhalla possa rappresentare l'ultimo capitolo dell'attuale ciclo, quello incentrato sul personaggio di Layla Hassan - nuova protagonista del Presente che non è però riuscita a conquistare i favori di tutto il pubblico della serie - che proprio in Odyssey ha compiuto numerosi passi in avanti in quella che è la sua attuale missione, introdotta in Origins: la "rottura del Codice". La stessa Layla appare più stanca e provata in questo capitolo, ma nella sua missione sarà accompagnata da alcuni volti storici (confermato, difatti, il ritorno di Rebecca Crane, assente dai tempi di "Assassin's Creed: Syndicate"). Grazie ad alcune anteprime abbiamo avuto inoltre conferma di un altro graditissimo ritorno legato alla componente del Presente: Valhalla dovrebbe difatti riproporre gli apprezzatissimi Glifi visti in "Assassin's Creed II" con annesse video-simulazioni che ricalcano il famoso ed enigmatico video "La Verità".
L'impressione generale è che Ubisoft stia puntando a dare ai fan un grosso capitolo, in grado di riproporre meccaniche storiche (la Lama Celata, o il social stealth) ibridandole e integrandole in quella che è, nel bene e nel male, la nuova struttura a GDR (struttura che, ironicamente, ricalca quello che era in origine il concept iniziale del creatore della serie, Patrice Désilets). L'aver messo alla guida del progetto nomi storici e amati dai fan (Ashraf Ismail, Darby McDevitt e Jesper Kyd, tra i tanti) non fa altro che alimentare questa idea: Valhalla si presenta come un progetto mastodontico, che sembra aver imparato dagli errori del passato e che sembra dare ai fan ciò che chiedevano a gran voce da tempo: una struttura GDR rivista e migliorata da un lato (per i nuovi giocatori) ibridata ad elementi di gameplay storici (per i fan più nostalgici) presentando al contempo una grande cura e rispetto per quella che è la lore della serie (per i fan di vecchia data).
Non ci resta che attendere il prossimo novembre, quando i dubbi e le speranze dei giocatori potranno trovare trovare una risoluzione.
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