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Progetto 1 // L'Eredità

  • Immagine del redattore: Edward
    Edward
  • 3 giorni fa
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 3 giorni fa

Diario di Joel Eastman (1)


Temperatura di bulbo umido di nuovo oltre 32. Coprifuoco climatico in vigore fino al tramonto. Devo restare in questa pulciosa stanza d'albergo. L'aria condizionata crepita, ma finché fa rumore vuol dire che funziona. Se si spacca, questo posto si trasformerà in un forno in mezz'ora. Un venditore ambulante mi ha detto che un paio di settimane fa è saltata la corrente nel quartiere, a metà giornata. Impossibile sopravvivere, anche stando all'ombra. Quel giorno sono morte parecchie persone. Anziani, bambini. Questo posto è appeso a un filo. Chi aveva soldi, ha lasciato Marrakesh da un pezzo. Sono rimasti soltanto i poveri.


Il posto è un banco in un suq nei pressi di Jemaa el Fna, nella Medina. Devo lasciare un gufo al mercante, è il segnale di contatto convenuto. Le istruzioni non sono molto chiare, ma date le circostanze è comprensibile. Forse papà si riferiva a una statuetta a forma di gufo? ln ogni caso, qui nessuno ha mai visto un gufo e non ci sono statuette che li raffigurano. Allora ho disegnato un barbagianni, come quello che vedevo sempre da piccolo nel bosco dietro casa, a Gloucester. Funzionerà lo stesso. Consegnare il gufo e attendere istruzioni. Nient'altro. Posso solo sperare che il vecchio sapesse quello che faceva.


Un uomo mi ha seguito da quando sono uscito dalla stazione, ne sono quasi certo. Sarà la polizia segreta. Non capitano molti bianchi europei a Marrakesh, di questi tempi. Non c'è più niente da spremere da questo posto. A breve arriveranno i signori della guerra. Lo semino nei vicoli, e mi ci perdo anche io. Appena si lasciano i percorsi più battuti, ci si ritrova in un labirinto. Alla fine, ho dato qualche soldo a un bambino perché mi guidasse fuori. In valuta straniera. Una somma che a casa mia non sarebbe bastata per un pacchetto di noccioline al bar, ma che qui sarà sufficiente a mantenere il bambino e la sua famiglia per settimane.

 

Non è giusto, lo so. Come tutto il resto. Ma ormai ci ho fatto il callo. Mi torna in mente una discussione con papà, tanti anni fa. Voleva che mi unissi a lui, diceva che dovevamo fare qualcosa per il mondo. Gli ho risposto che sarebbe stato inutile. Cosa può fare una persona sola? O dieci, cento? Siamo moscerini che ronzano attorno a una macchina gigantesca: possiamo solo cercare di non farci schiacciare dagli ingranaggi. Vorrei che fosse andata diversamente. E un pezzo che rimpiango quel momento. Non riesco a dimenticare la delusione sul suo volto. Alla fine, però, è riuscito a coinvolgermi. Mi auguro che ne sarà contento, ovunque si trovi ora. E sempre stato orgoglioso di me, fin troppo anzi. Persino quando non ero all'altezza delle sue aspettative.


Sto diventando sentimentale. Meglio smettere, riprenderò stasera.


Resoconto operazioni, Marrakesh


RAPPORTO INVIATO DA HAMZA BELKACEM, DIP. N. 11/422

TRADOTTO DALL'ARABO MODERNO


Argomento: sorveglianza di possibile luogo di contatto (Codice operazione: RZ/MK3443)


lo e l'agente Idrissi stavamo sorvegliando il luogo come da istruzioni. Alle ore 22 circa, un maschio caucasico (descrizione allegata) si è avvicinato al banco e si è messo a parlare con il proprietario (Chafiq Elharar, si veda scheda PE/MKI 20). lo e l'agente Idrissi l'abbiamo visto consegnare un foglietto di carta a Elharar, che l'ha rifiutato. E mia opinione che Elharar sapesse, o sospettasse, di essere sorvegliato.


Ci siamo avvicinati all'uomo caucasico con l'intento di arrestarlo, ma si è accorto della nostra presenza ed è fuggito. Credo sia stato avvertito da Elharar. Ho ordinato all'agente Idrissi di arrestare Elharar, ma ha ignorato il mio ordine e si è unito a me nell'inseguimento dell'uomo caucasico all'interno del suq.


L'abbiamo perso, così ci siamo separati per cercarlo. Poco dopo, ho sentito l'agente Idrissi che mi chiamava, avendo individuato il nostro bersaglio. Quando l'ho raggiunto, stava lottando corpo a corpo con l'uomo caucasico. Prima che potessi intervenire, ho sentito un colpo d'arma da fuoco e l'agente Idrissi si è accasciato a terra. Ho estratto la mia arma e ho ordinato al nostro bersaglio di fermarsi, ma lui è scappato e il suq era troppo affollato per sparare. Ho proseguito l'inseguimento, ma ho perso di nuovo il bersaglio. Questa volta, definitivamente.


Ho prestato soccorso all'agente Idrissi fino all'arrivo dei paramedici, poi ho fatto ritorno al banco per arrestare Elharar. Questi però era già fuggito. Ho inviato una squadra al suo domicilio, ma non vi ha fatto ritorno. L’agente Idrissi versa in gravi condizioni.


- FINE DEL RAPPORTO


Telefonata, Hotel La Perle 


- TRASCRIZIONE INTERCETTAZIONE DEL NUMERO +212 7746 977421 

- INIZIO 21:13

- DURATA 1 min 48 sec 


VOCE MASCHILE Pronto? 

VOCE FEMMINILE (***): Che diavolo credevi di fare? 

VOCE MASCHILE: cosa? Ma chi parla? 

VOCE FEMMINILE: Sono la persona che stai cercando. Seminando il panico in tutta la città, accidenti a te. Sarai anche bravissimo a passare inosservato tra la gente del posto, ma chiedere del Gufo in giro per Marrakesh non è stata esattamente una mossa astuta. 

VOCE MASCHILE: Eppure, ha funzionato. Infatti eccoti qui, al telefono con me. 

VOCE FEMMINILE: È un miracolo che non ti abbiano arrestato. 

VOCE MASCHILE: I miracoli capitano tutti i giorni. Ho bisogno di incontrarti. Dove e quando? 

VOCE FEMMINILE: E tu chi saresti? 

VOCE MASCHILE: Sono il figlio di Geoff Eastman. Sul letto di morte, mi ha chiesto di trovarti e di passarti alcune informazioni. 

VOCE FEMMINILE: cosa? Geoff è morto? Oh, merda. Senti... Mi dispiace. 

VOCE FEMMINILE: Di che informazioni si tratta? 

VOCE MASCHILE: Mi spiace, ma devo parlarti di persona. Mi ha dato istruzioni precise. 

VOCE FEMMINILE: Mi prendi in giro? Ti ho chiamato solo perché voglio sapere chi mi cerca. Dopo il casino che hai combinato, non resterò un altro minuto a Marrakesh! 

VOCE MASCHILE: Allora vengo con te. Nemmeno io sono al sicuro, qui. 

VOCE FEMMINILE: No. Non se ne parla. 

VOCE MASCHILE: Credi davvero che Geoff avrebbe messo in pericolo il suo unico figlio, se non si trattasse di una faccenda della massima importanza? 


*pausa prolungata* 


VOCE FEMMINILE: Ti aspetto al chiosco all'angolo, tra cinque minuti. Preparati a lasciare il paese. Se ci sei, bene. Non ti aspetterò di certo, qualsiasi informazione tu abbia. 

VOCE MASCHILE: Cinque minuti? 

VOCE FEMMINILE: Non credo ti stiano pedinando e dubito che nel buco in cui alloggi I’IA controlli le telefonate. Ma non intendo rischiare. Cinque minuti. Non un secondo di più. 


- COLLEGAMENTO TERMINATO 


* - Chiamata effettuata all'estensione 21, corrispondente alla stanza 21, da una cabina telefonica ad alcune vie di distanza (si veda video di sorveglianza allegato per i dati di geolocalizzazione). 


** - La voce maschile appartiene a Joel Eastman. Ho creato una scheda su di lui, riferimento PE/MK545

*** - Dalle indagini successive basate sul video di sorveglianza del punto di origine della chiamata, la voce femminile è stata identificata come appartenente a Tatyana Dane, PE/T03441 , registrata come obiettivo di massima priorità.






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