Da diverso tempo, l'Oriente occupa un posto di spicco nel podio delle ambientazioni che la community desidera nel futuro di Assassin's Creed. Il Giappone Feudale, in primis, è la location più a lungo richiesta, grazie anche ad una serie di piccoli rimandi sparsi nel corso dei capitoli (si pensi ad alcuni simboli comparsi nel finale di "Assassin's Creed III") che hanno stuzzicato la fantasia dei fan.
Risale al 2017 un sondaggio che Ubisoft inviò ad una ristretta cerchia di giocatori, nel quale veniva chiesta l'opinione degli stessi in merito alle potenziali future ambientazioni della serie.
All'interno dello stesso vi erano quelle che sono poi state le ambientazioni di "Assassin's Creed: Odyssey" e di "Assassin's Creed: Valhalla", rispettivamente la Guerra del Peloponneso e le invasioni Vichinghe della Grande Armata Danese. Per quanto riguarda l'Oriente, erano ben tre le possibili epoche previste nel sondaggio:
Il Giappone Feudale;
Le invasioni mongole di Genghis Khan;
I conflitti tra le dinastie imperiali nella Cina medioevale;
Il prossimo 15 novembre, con "Assassin's Creed: Shadows" la serie Ubisoft approderà infine nella terra del Sol Levante: il gioco sarà infatti ambientato nel Giappone del XV secolo - periodo in realtà già molto ricco in termini di Lore ed eventi storici.
Echi del Passato
Nel corso degli anni, il Giappone è stato infatti menzionato più volte all’interno dell’Universo Espanso di Assassin’s Creed. Il media che però più ha trattato tale ambientazione, ad oggi, è il titolo mobile “Assassin’s Creed: Memories“, rilasciato nel 2014.
Memories ha mostrato come Assassini e Templari sono arrivati nella terra del Sol Levante, utilizzando vicende e personaggi storici chiave nella storia dell’unificazione del Giappone.
Trattandosi di un titolo di nicchia, è assai probabile che quanto mostrato in tale gioco venga ignorato in “Assassin’s Creed: Shadows“, a favore di una storia inedita. Ciononostante, nelle pagine seguenti verranno riportate le nozioni principali introdotte in Memories, al fine di dare un quadro più completo del contesto che farà da sfondo alle vicende di Shadows.
Pillole di Storia Francis Xavier - italianizzato in “Francesco Saverio” - fu un gesuita e missionario spagnolo che raggiunse il Giappone nel XVI secolo, allo scopo di diffondere il cristianesimo sull’isola. Alessandro Valignano fu un gesuita e missionario italiano, che svolse un ruolo fondamentale nel processo di evangelizzazione del Giappone. Fu lui a condurre in Giappone Yasuke, il leggendario “samurai africano”: egli era infatti il cameriere/guardia del corpo di Valignano, il quale lo cedette al daimyo Oda Nobunaga, che rese Yasuke un samurai (seppure vi siano diverse versioni discordanti su tale vicenda). Francisco Cabral fu un missionario di origini portoghesi, che giunse in Giappone nella seconda metà del XVI secolo allo scopo di portare avanti il processo di evangelizzazione dell’isola, proseguendo quanto fatto da Francesco Saverio. Per via delle sue pratiche e delle sue idee, entrò in contrasto con un altro missionario - Alessandro Valignano: nel 1580 Cabral (su sua stessa richiesta) si fece sollevare dal suo incarico proprio da Valignano, abbandonando in seguito l’isola. |
In Memories, Xavier era un Templare: a seguito di diverse sconfitte che l’Ordine aveva subito in Europa per mano della Confraternita, nel 1549 partì per il Giappone allo scopo di diffondere anche nell’estremo oriente l’ideologia dell’Ordine. Valignano era anch’egli un membro dell’Ordine dei Templari, che proseguì l’operato di Francesco Saverio nel cercare di espandere l’influenza dell’Ordine nella terra del Sol Levante. Cabral entrò subito in conflitto con Valignano non appena questi arrivò in Giappone. Scoprì in seguito che il gesuita italiano stava in realtà utilizzando il suo ruolo per espandere l’influenza templare sull’isola: messo alle strette, Valignano utilizzò la sua influenza per costringere Cabral a rinunciare al suo incarico, allontanandolo così dal Giappone.
A seguito dell’espansione dell’Ordine dei Templari in Giappone, l’Assassino cinese di origine giapponese Xiao Hu, allievo di Shao Jun, decise di fare ritorno nella sua terra natale per fondare un nuovo ramo della Confraternita, allo scopo di contrastare l’avanzata templare. Per fare ciò, riassunse il suo vero nome: Kotetsu. La Confraternita trovò numerosi alleati, tra cui i daimyo Oda Nobunaga e Tokugawa Ieyasu, il cui fedele vassallo Hattori Hanzo raggiunse il grado di Maestro Assassino.
In Memories, il daimyo Oda Nobunaga fu dapprima un simpatizzante ed alleato della causa della Confraternita. Nel corso della sua campagna di unificazione del Giappone venne in possesso di una Spada dell’Eden, - oggetto a lungo cercato dal leggendario Hattori Hanzo, abile samurai ma anche ninja, nonché membro della Confraternita - che decise di utilizzare per portare avanti la sua causa. Tale evento ruppe il suo legame con gli Assassini, culminando nel suo assassinio avvenuto per mano dell’Assassino Yamauchi Taka nel 1582: su ordine dello stesso Hanzo, approfittando della confusione dell’attacco al tempio Honnō-ji a Kyoto l’Assassino si infiltrò nell’edificio, uccidendo Nobunaga e recuperando la Spada dell’Eden in suo possesso. Il Frutto dell’Eden venne successivamente portato in Cina dall’Assassina Liu Yan.
Pillole di Storia Mochizuki Chiyome fu una poetessa e nobildonna giapponese vissuta nel XVI secolo. Si tratta di una figura semi-leggendaria, la cui effettiva esistenza è incerta: secondo le cronache, fu la creatrice di un gruppo di Kunoichi - shinobi di sesso femminile - che lavorarono al servizio del clan Takeda. |
In Memories, Chiyome fu un’alleata della Confraternita: intorno al 1558 riuscì a recuperare un Frutto dell’Eden che era in possesso di Gaspar Vilela, un agente Templare. Tuttavia, dopo la morte del suo signore, Takeda Shingen, avvenuta per mano dell’Assassino Hattori Hanzo, Chiyome venne reclutata dai Templari: grazie alla rete di spie che la donna aveva creato in tutto il Giappone con le sue Kunoichi, l’Ordine riuscì ad espandere il suo dominio in tutta l’isola. L’importanza di Chiyome nei piani dei Templari la resero un bersaglio per la Confraternita: sul finire del XVI secolo venne assassinata dallo stesso Hattori Hanzo.
Successivamente, nel 1596 Hanzo venne ucciso da Fūma Kotarō, suo acerrimo rivale, un ninja facente parte del clan Fūma. Dietro tale evento vi fu la mano del daimyo Toyotomi Hideyoshi: per tale motivo l’Assassino Yamauchi Taka, allievo di Hanzo, lo assassinò, spianando così la strada all’ascesa di Tokugawa Ieyasu come shogun del Giappone.
Il figlio di Hanzo, Masanari, era un Assassino proprio come il padre. Grazie alle sue abilità divenne il capitano delle guardie del Castello di Edo, ma a causa della sua inesperienza nel comando perse la sua posizione. In qualità di Assassino partecipò all’Assedio di Osaka, battaglia che aveva lo scopo di eliminare gli ultimi membri del clan Toyotomi, che minacciavano il potere dello shogunato. Durante il conflitto, Masanami perse la vita.
Le invasioni mongole
Sempre in Memories ha fatto la sua prima apparizione un personaggio storico già citato più volte nella serie: Genghis Khan.
Il leggendario condottiero mongolo venne infatti menzionato nei ricordi di Altair in "Assassin's Creed: Revelations", oltre che nel romanzo "La Crociata Segreta". Nella mitologia della serie, Khan entrò in possesso di una Spada dell'Eden, grazie alla quale riuscì a portare avanti la sua enorme campagna di conquista. Nel 1217, allarmato dagli avvenimenti nelle regioni asiatiche e dal pericolo che l'avanzata delle truppe mongole rappresentava per la Confraternita, l'Assassino Altaïr Ibn-La'Ahad, assieme alla moglie Maria e al figlio Darim, partì per una missione volta ad eliminare il condottiero. Altaïr sospettava infatti che il Khan fosse in possesso di un Frutto dell'Eden, ed era intenzionato a recuperarlo.
Nel 1227, con l'aiuto dell'Assassino mongolo Qulan Gal, Altaïr e la sua famiglia attaccarono il campo dove il Khan si era rifugiato, dandogli fuoco con delle frecce incendiarie: costretto alla fuga, Genghis venne fermato da una freccia di Qulan Gal, che ne uccise il cavallo: ferito e intrappolato sotto la carcassa del suo destriero, Genghis Khan venne giustiziato da Darim. Tale evento viene narrato nel romanzo del 2011 "La Crociata Segreta", e successivamente mostrato nel secondo volume del fumetto del 2017 "Assassin's Creed: Reflections".
La figura dell'Assassino Qulan Gal era comunque ben nota ai fan della serie già da diverso tempo: il personaggio era infatti uno dei grandi Assassini raffigurati nel Santuario di Monteriggioni, nel quale vi era una statua che celebrava il suo coinvolgimento nella morte del condottiero mongolo.
Storicamente, le cause della morte di Genghis Khan non sono note, seppure si ipotizzi che sia morto a seguito del trauma subito da una caduta da cavallo: gli autori di Assassin's Creed II si sono dunque attenuti a questa versione, inserendo il coinvolgimento di una figura esterna nell'incidente. Successivamente, romanzi e fumetti hanno ulteriormente arricchito la vicenda, rivelando che a sferrare il colpo fatale sia stato, per l'appunto, Darim. |
Conflitti dinastici
Appena la di sotto della Mongolia troviamo un'altra regione asiatica che occupa un ruolo di rilievo nella mitologia della serie: la Cina. Nella trilogia di Ezio Auditore vennero introdotte due importanti figure legate a tale area: l'Assassina cinese Shao Jun e il proto-assassino Wei Yu.
Negli ultimi anni, Shao Jun è stata protagonista di molte opere facenti parte dell'Universo Espanso: il manga Blade of Shao Jun, che riprende gli eventi del capitolo/spin-off "Assassin's Creed Chronicles: China", uscito nel 2015, così come i due romanzi (non canonici) facenti parte della serie "The Ming Storm", editi in Italia da Panini Comics.
Un altra opera ambientata in Cina è il manhua cinese "Assassin's Creed: Dynasty", ambientata nell'VIII secolo d.C. e incentrata sulle vicende dell'Occulto Li E, che si ritrova suo malgrado coinvolto negli eventi della Ribellione di An Lushan, evento storico che ebbe pesanti conseguenze sia politiche che sociali.
Suddiviso in cinque volumi, il manhua è però un prodotto abbastanza povero, in termini di apporti alla mitologie della serie: Credo e Occulti sono quasi una presenza marginale, e al termine delle vicende viene aggiunto poco o niente al quadro generale, anche per via della relativamente remota collocazione temporale degli eventi.
Per approfondire: Assassin's Creed: Dynasty 1/2 [RECENSIONE] (assassinscrypt.wixsite.com)
A causa di alcune scelte di traduzione, la versione italiana di "Assassin's Creed: Dynasty" presenta due grossi strafalcioni a livello di Lore. Il primo riguarda la collocazione cronologica della nascita della Confraternita: nella traduzione italiana (che sembra seguire quella francese, la quale a sua volta si discosta leggermente da quella cinese originale e inglese) viene menzionata l'esistenza di una Confraternita già attorno al 200 a.C. - ben prima degli eventi di "Assassin's Creed: Origins". Il termine "Confraternita" non è tuttavia presente nella traduzione originale, nella quale sono solo citati i "Cinque Assassini", figure storiche realmente esistite che potrebbero dunque essere considerate alla stregua dei "Proto-Assassini". Il secondo riguarda la presenza di un'arma molto importante: nell'ultimo volume il protagonista Li E ritrova difatti la Lancia utilizzata nel tentativo di assassinio dell'imperatore Qin Shi Huang - lancia che, nella traduzione italiana, si dice essere appartenuta a Jing Ke, figura storica realmente esistita che tentò effettivamente di assassinare l'imperatore. In realtà, secondo le cronache, il tentativo di assassinio ad opera di Jing Ke fu compiuto con l'utilizzo di un pugnale: nella versione originale, difatti, tale lancia viene chiaramente indicata come l'arma del proto-assassino Wei Yu, colui che (nella Lore della serie) assassinò effettivamente l'imperatore Qin Shi. A causa di questo cambio di traduzione, dunque, nella versione italiana non vi è alcuna menzione del personaggio di Wei Yu. |
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