Assassin’s Creed Valhalla: un nodo per cui passano mille fili e da cui altrettanti, se non di più, ne partono.
Nell’ultima fatica di Ubisoft Montréal abbiamo avuto modo di vivere un’esperienza che va ben oltre gli eventi del capitolo stesso ma, anzi, prende a piene mani dai suoi predecessori e da ciò che ci hanno mostrato con tanta cripticità. Essendo quindi Valhalla l’erede di una moltitudine di storie e nozioni che se non esaminate accuratamente possono risultare complicate, o semplicemente difficili da ricordare e comprendere, è normale che le vicende legate ad Eivor Varinsdottir e compagni necessitino, e meritino, un’analisi più profonda ed accurata.
Ovviamente sono molteplici gli elementi a cui ci stiamo riferendo, tuttavia ce n’è sicuramente uno che supera gli altri in merito di connessioni al passato e di difficoltà. Come avrete capitolo dal titolo, ci stiamo riferendo all’enorme componente Isu che interessa Valhalla e, soprattutto, a Yggdrasil.
ISU
Prima di partire con l’analisi di quanto detto sopra è però necessario fare un breve riassunto su chi siano gli Isu e quali fossero i loro obiettivi.
Gli Isu erano una civiltà estremamente avanzata che ha preceduto gli umani e che dominava la Terra più di 75mila anni fa. Conosciuti sotto numerosi nomi, Coloro che Vennero Prima, Precursori, Nefilim, Arconti e Prima Civilizzazione, sono i fabbri di manufatti dai poteri sovrumani, i famosi Frutti dell’Eden, edificatori di città mitiche, come Atlantide, e creatori dell’intera specie umana: come molti di voi ricorderanno infatti gli umani non sono altro che il risultato della loro ricerca di una forza lavoro e militare.
“Vi avevamo fatti a nostra immagine...” – Minerva
Attraverso i numerosi capitoli di Assassin’s Creed, gli Isu sono stati presentati con un ritmo molto lento ma allo stesso tempo affascinante: spesso, infatti, la loro comparsa coincideva con le fasi finali di ogni gioco e molte delle informazioni legate ad essi erano ottenibili solo se si prestava attenzione a determinati particolari o se si decideva di approfondire maggiormente certi elementi più criptici, vedasi i Glifi di AC2 e ACB. Con l’uscita di ben più di dieci capitoli possiamo finalmente dire di avere una più o meno vasta conoscenza di molti aspetti che li riguardano, non solo personalmente, ma anche a livello di società e ideologie.
Gli Isu sono una civiltà estremamente avanzata dal punto di vista tecnologico e sono dotati di un’incredibile intelligenza. Dal punto di vista genetico posseggono il famoso DNA a tripla elica e, a differenza degli umani, posseggono sei sensi (da cui deriverebbe l’Occhio dell’Aquila).
La loro società non differisce molto da quella degli umani, passata o presente: sappiamo di diverse città costruite dagli Isu come Eden, Feyan o quella mostrata nel finale di Assassin’s Creed Revelations e, in alcuni casi, le abbiamo pure visitate (seppure ci sfugga ancora quanto di ciò che è stato visto sia vero o più frutto di rivisitazioni dovute ai ricordi di certi personaggi), basti ricordarsi di Atlantide. Sommariamente ricordano molto le nostre attuali città, con grattacieli e palazzi dotati di enormi finestre.
Tra gli Isu, come tra gli umani, ovviamente ci sono elementi di spicco dotati di una maggiore intelligenza o intraprendenza. Le Triadi sono un perfetto esempio: gruppi di tre individui a cui vengono assegnati compiti ed obiettivi estremamente importanti. Fino all’arrivo di Assassin’s Creed Valhalla avevamo avuto modo di conoscere solo una Triade, quella composta da Tinia, Giunone e Minerva, il cui compito principale consisteva nel trovare una soluzione per salvare la Terra, e la sua popolazione, dalla Prima Catastrofe. Ai tre membri di tale gruppo venivano conferiti altrettanti titoli, in ordine: il Padre (della Comprensione), la Madre (della Saggezza) e la Voce (Sacra). Con l’ultimo capitolo di Ubisoft ci è stata riferita l’esistenza di un’altra Triade, precedente a questa, i cui membri erano Yaldabaoth, Saklas e Samael.
“Era nostro dovere... mio, di Minerva e di Giunone, smistare e provare tutto ciò che era stato raccolto.” – Tinia
La differenza maggiore tra Isu e l’attuale umanità, a livello sociale, risiede nello schiavismo su cui Coloro che Vennero Prima fanno grosso affidamento. Come già detto in precedenza, gli umani non sono altro che servi per loro.
Da qui deriva quindi un interessante aspetto della mentalità Isu. Dall’alto della loro intelligenza e del loro avanzamento tecnologico, gli Isu sembrano compiacersi dei loro raggiungimenti e tendono a trattare, forse senza neanche accorgersene, i loro sottoposti umani con sufficienza: l’esempio classico di tale comportamento è dato dal modo in cui i Precursori parlino con gli umani. Sembra infatti che si intrattengano di proposito in discorsi criptici che, alle nostre orecchie, paiono non avere senso.
“«Vi abbiamo visto i giganti, di fronte ai quali ci sembrava di essere come locuste e così dovevamo sembrare a loro.» Immagina di spiegare tutto questo a un bambino piccolo. A una cavalletta. Quando dicevano che il volere degli dèi è inconoscibile, avevano ragione. Davvero.” – William Miles
Se da un lato si ha quindi una certa noncuranza verso le proprie creazioni, dall’altro esistono vere e proprie manifestazioni di astio: la più famosa ed importante entità in tal senso è sicuramente Giunone, il cui odio e disprezzo per gli umani sono già stati mostrati ampiamente in diversi capitoli e media. Tuttavia, è necessario spezzare una lancia in favore di alcuni Isu che hanno dimostrato, per ora almeno apparentemente, interesse e premura nei confronti degli umani: vedasi Conso durante la ricerca per il Koh-I-Noor e Minerva con l’Evento di Ascendenza o per scongiurare la Seconda Catastrofe.
Nonostante la loro intelligenza superiore e la loro capacità di destreggiarsi con quello che è il concetto di tempo, gli Isu sono entità ben lontane dall’essere perfette: sappiamo infatti molto bene come possano avere obiettivi personali ed ambizioni che potrebbero danneggiare il loro stesso popolo. Giunone è, come sempre, un ottimo esempio. Gli Isu, inoltre, non sono nuovi al concetto di guerra e alle morti che questa può causare: da Assassin’s Creed Syndicate abbiamo avuto modo di sapere infatti dell’esistenza della Guerra di Unificazione (anno 1923 Era Isu, 75’383 a.C.), uno scontro armato tra Isu che ha portato alla creazione di Frutti dell’Eden come le Spade e a produrre innumerevoli vittime. In Valhalla veniamo anche a conoscenza di un ulteriore scontro tra due fazioni di Isu, da una parte quella inerente al Pantheon Greco-Romano / Jotunn (Tinia, Giunone, Minerva, ecc.) e dall’altra quella del Pantheon Norreno / Æsir.
Per aggiungere un’ulteriore, e finale, elemento in comune, entrambe le civiltà hanno dovuto affrontare la Grande Catastrofe.
La Guerra e la Grande Catastrofe
Gli umani, creati ad immagine e somiglianza degli Isu, versavano in schiavitù, asserviti completamente ai loro padroni per mezzo dei controlli neurali presenti nel loro cervello che, a loro volta, ricevevano ordini dai numerosi Frutti dell’Eden di cui Coloro che Vennero Prima disponevano. La Guerra Umani-Isu aveva tutte le basi per iniziare.
Tuttavia, per via del grosso vantaggio dovuto ai Frutti dell’Eden, come potevano gli umani avere una possibilità? La speranza arrivò da un evento inaspettato: un’unione sentimentale e carnale tra alcuni Isu e uomini. Ebbero inizio così gli Ibridi, figli di relazioni tra le due razze. Non sappiamo effettivamente quanti Ibridi esistessero al tempo, ma sicuramente ne conosciamo due, Adamo ed Eva. Di quest’ultima, in particolare, siamo a conoscenza anche del nome del padre, un importante Isu di nome Fanes originario della città di Eden: noto anche per aver fatto parte del Progetto Anthropos e per essere stato il primo ad aver creato un umano.
“Doveva essere resistente, avere coscienza di sé e, infine, essere servile. Ho avuto successo su tutti i fronti, tranne che su quest’ultimo.” – Fanes
Con gli Ibridi, resistenti agli effetti dei Frutti dell’Eden, gli umani avevano finalmente un’arma vera e propria contro i loro padroni e tiranni. Grazie alla presenza di questi nuovi individui e al poter contare su un numero di soldati maggiore, l’ago della bilancia iniziava a spostarsi a favore degli umani. Probabilmente furono diversi gli eventi che portarono al vero e proprio inizio della guerra tra le due civiltà ma, sicuramente, tra i più importanti, figurano il furto di una delle Mele dell’Eden da parte di Adamo ed Eva e l’assassinio di Saturno, il padre di Giunone, da parte di alcuni schiavi umani. La Guerra scoppiò (2296 Era Isu, 75'010 a.C.) e si protrasse per circa dieci anni (2306 Era Isu, 75'000 a.C.). Qualcosa di peggio attendeva entrambe le fazioni.
“Eravamo così concentrati sulla Terra che trascurammo di guardare il cielo.” – Minerva
La Guerra, oltre che a portare feriti e vittime, fece, indirettamente, ben più danni. Gli Isu, studiosi del tempo e della realtà, completamente concentrati in quella che sembrava una Guerra necessaria, non si accorsero della vera minaccia. Un’espulsione di massa coronale, un’ondata di elettroni e protoni generata dal Sole, avrebbe presto investito la Terra causando distruzione e morte come mai prima d’ora il pianeta aveva mai visto. Serviva una soluzione, gli Isu ne pensarono sei.
Le Sei Speranze
Era necessario trovare una soluzione al più presto, ma con la Guerra che imperversava, e l’incredibile violenza con cui la massa coronale avrebbe investito la Terra, non sarebbe stato facile. Si suppone che al tempo fu l’Alto Consiglio degli Isu, un organo di cui abbiamo sentito parlare in Valhalla, ad assegnare tale compito alla corrente Triade composta da Tinia, Giunone e Minerva, tra i più capaci della loro civiltà. Le sei soluzioni ci sono state mostrate per la prima volta in Assassin’s Creed 3, quando vestivamo i panni di Desmond Miles, e, più recentemente, durante la missione di Havi a Jotunheim in Assassin’s Creed Valhalla.
1. Le Quattro Torri
“All’inizio, pensavamo di poterci salvare, volevamo affrontare l’ira del Sole e domarla.” – Giunone
La prima soluzione a cui gli Isu pensarono fu la costruzione di quattro torri il cui compito sarebbe stato quello di contenere la furia del Sole e disperderla nel Grande Tempio, quattro torri in grado di proteggere la Terra per mezzo di un’intensificazione del campo magnetico terrestre. Purtroppo, però, come suggeritoci da Giunone in Assassin’s Creed 3, il tempo era troppo poco, neanche migliaia di anni sarebbero bastati: la prima torre non venne mai ultimata. L’idea venne scartata.
È possibile osservare una curiosità a Jotunheim, il mondo dei giganti in Assassin’s Creed Valhalla: vicino al palazzo di Suttungr è presente un’alta torre, dall’aspetto incompleto, che ricorda vagamente il classico design Isu e l’aspetto che abbiamo potuto notare in Assassin’s Creed 3. Potremmo ipotizzare che questa struttura possa proprio essere la prima torre che non venne conclusa pochi anni prima della Catastrofe di Toba.
2. Gli Anelli Incatenati
“Se non potevamo reggere la forza del Sole... Forse potevamo imbrigiarla.” – Giunone
Gli Isu, tecnologicamente avanzati, erano già al tempo in possesso di dispositivi in grado di proteggere le singole persone in battaglia mediante dei campi: tuttavia, come appena detto, erano strumenti molto piccoli, di certo non potevano competere con il Sole. Non vi erano risorse per proteggere l’intero pianeta.
La disperazione li spinse a vagliare la possibilità di salvare metà della Terra, un quarto forse o almeno un decimo: quando considerarono l’idea di proteggere anche solo una città il tempo era ormai già poco. Rinunciarono.
3. Le Sfere Luminose
“Cos’è un fatto? È fisso? È immutabile? Esiste in se stesso, in attesa di scoperta? O si può forse mutare?” – Giunone
La terza soluzione pensata da Coloro che Vennero Prima consisteva in un’idea che finora non abbiamo mai visto veramente riprodotta su schermo. Sebbene i Frutti dell’Eden avessero come principale scopo quello di comandare, assoggettare le coscienze degli uomini o semplicemente di ferire o curare, gli Isu trovarono un ulteriore utilizzo. Nel momento in cui più umani venivano comandato di credere in qualcosa, nella sua esistenza per esempio, quel qualcosa si manifestava e prendeva vita nella realtà. È presto detto quindi quello che gli Isu decisero di realizzare, se un piccolo manipolo di persone erano in grado di creare alberi o abbattere muri, un numero ben maggiore avrebbe forse potuto annullare la minaccia del Sole.
Gli Isu lanciarono così nel cielo una prima Mela dell’Eden e, una volta raggiunta l’orbita, le avrebbero fatto comunicare un semplice messaggio: “Devi salvarci!”. Non funzionò. Ne vennero lanciate quindi molte altre, a decine, ma la situazione non fece che peggiorare: gli Isu non potevano gestirli tutti insieme, non poterono neanche far comunicare al mondo intero la sola frase per salvarsi. Passarono oltre.
4. La Triscele
“E così provammo a guardare oltre noi stessi, per conoscere il futuro.” – Giunone
Con le soluzioni materiali che iniziavano a scarseggiare, la Triade, e coloro che lavoravano con loro, iniziò a concentrarsi su vie più articolate e complesse. Il tempo fu la prima cosa su cui investigarono. Era possibile cambiare il passato? Tornare indietro e modificare gli eventi? E per quanto riguardave il futuro? Avrebbero forse potuto scoprire se in qualche modo la loro civiltà e la Terra sarebbero sopravvissuti.
Niente. Ovunque fallimento. Gli Isu, Coloro che Vennero Prima, i lettori del Codice e della realtà, la più grande e potente civiltà che mai avesse camminato sulla Terra era impotente. Un altro fallimento.
Solo Minerva continuò ad usare i calcoli per far sì che, dopo la Catastrofe, fosse possibile evitarne una seconda: da qui i messaggi a Desmond tramite Ezio Auditore da Firenze.
5. Il Guerriero Rivolto alle Fiamme
“Così pensammo di cambiare noi stessi.” – Giunone
Se gli Isu non avessero potuto salvare la loro intera razza e la Terra, allora avrebbero dovuto trovare il modo di sopravvivere in un mondo freddo e oscuro: purtroppo però erano fragili, non pronti ad una Terra avvelenata, avrebbero dovuto modificarsi. La Prima Civilizzazione decise così di trasferire le proprie menti all’interno di qualcosa di più resistente, materiali sintetici o, in maniera più drastica per alcuni, umani.
È durante uno di questi esperimenti che la coscienza di Aita, che era stata trasferita mediante macchine e un corpo umano, iniziò a vacillare. La mente del marito di Giunone, brillante scienziato, ne uscì tragicamente danneggiata. Gli fu concesso di essere liberato da tale supplizio con la morte. Un altro vicolo cieco.
6. La Persona dentro Yggdrasil
“Ma per uscirne... Per farlo ci voleva ben altro... Qualcosa di peggio...” – Giunone
L’ultima soluzione a cui gli Isu rivolsero la loro attenzione fu forse la più tragica di tutte. Senza più alcuna speranza nel poter preservare ciò che erano, Coloro che Vennero Prima decisero di abbandonare completamente la loro esistenza terrena. La sesta soluzione si basava sulla concezione che la coscienza non fosse altro che un insieme di impulsi elettrici, imprigionati all’interno di un corpo di carne debole e deperibile.
“... Mi chiedevo, però... Se fosse la scelta giusta...” – Giunone
Spostare la propria essenza all’interno di un contenitore senza vita, come caricare un file su un cloud, era il fondamento di quest’ultimo tentativo. Se però effettuare tale manovra di inserimento sarebbe stato semplice, l’estrazione non lo sarebbe stato: avrebbe richiesto qualcosa. Un corpo. Non fu trovata soluzione.
È di fatti solo nel 2018 che Giunone, utilizzando questo metodo per vie traverse, sarebbe riuscita ad ottenere un corpo grazie ad Álvaro Gramática, membro dell’Inner Sanctum dei Templari.
È possibile notare un interessante pattern, un tragico cambiamento di idee, nelle soluzioni partorite dagli Isu: partiti con l’obiettivo di proteggere l’intero pianeta, Coloro che Vennero Prima si dovettero arrendere all’evidenza della situazione. Per loro o il mondo non vi era più scampo, gli unici metodi che forse avrebbero potuto farli perdurare richiedevano soluzioni estreme ed incerte. La loro caduta venne accompagnata da una ricerca scientifica che pareva quasi più un urlo di disperazione. La Grande Catastrofe ebbe luogo e spazzò con sé quasi tutti gli Isu e un innumerevole ammontare di umani.
Nel caso in cui vi steste allora chiedendo come abbia fatto Desmond Miles a salvare il mondo e l’umanità in Assassin’s Creed 3 dal medesimo fenomeno fisico solare, è necessario fare affidamento ancora una volta sulle parole di Giunone in relazione al primo metodo: le Quattro Torri.
“Ma mentre pensavamo a un’alternativa, alcuni tornarono. Pensavano di automatizzare il processo. Il metallo sarebbe riuscito dove noi fallivamo...” – Giunone
Quello che però ci è stato nascosto è un ultimo metodo, il settimo, che però fino ad ora avevamo pensato essere un evento singolo esclusivo ad una sola persona: Aita.
La Reincarnazione di Aita
Con Assassin’s Creed IV: Black Flag fu presentata una delle meccaniche più interessanti e avvincenti, a livello di Lore, di tutta l’intera saga: stiamo parlando dei Saggi. Come molti di voi ricorderanno i Saggi non sono altro che umani che portano al loro interno l’impronta genetica di Aita e che presentano quindi un ammontare di DNA Isu superiore al normale, circa il 5-6%. Il funzionamento e l’obiettivo di tale reincarnazione era stato congegnato da Giunone in modo da far rivivere il proprio amato anche dopo la sua morte. Ciò che sapevamo di questo metodo viene riassunto per semplicità nel seguente elenco:
La reincarnazione di Aita in un individuo sembra del tutto casuale;
Il risveglio dell’Isu all’interno del portatore può avvenire a qualsiasi età e può portare ad estreme e pericolose conseguenze per la sanità mentale dell’umano;
Il portatore “soffre” di eterocromia degli occhi, ovvero pupille di colore differente;
La presenza di genoma di Aita può portare il portatore a udire voci o ad avere allucinazioni;
Possibile somiglianza facciale con Aita;
La reincarnazione può avvenire più volte negli anni e non è, quindi, unica. Inoltre, più Saggi possono coesistere nello stesso intervallo temporale.
La reincarnazione di Aita, e la sua conseguente manifestazione, sono elementi che mettono a dura prova l’esistenza del portatore, visioni e voci possono essere infatti all’ordine del giorno e può portare alla completa “sovrascrittura” della personalità dell’umano che vede la sua coscienza completamente annientata o, comunque, occupata aggressivamente. Una volta preso il possesso dell’ospite, la volontà di Aita può finalmente procedere nel suo intento: liberare Giunone e creare un suo dominio sugli umani. Finora sono stati diversi i Saggi di cui abbiamo potuto ammirare le gesta: Brandano di Clonfert, Jaques de Molay, Bartholomew Roberts, François-Thomas Germain e John Standish. Tuttavia, il più interessante di tutti, resta Elijah Miles, il figlio di Desmond, dato che, fino a poco tempo fa, era stato l’unico a resistere alla presenza di Aita nella propria mente e a negargli completamente il controllo.
“Per oltre due anni ho ascoltato la voce del mio Signore e l’ho seguita sin qui per ricevere la sua parola.” – Brandano di Clonfert
Come mai però, prima d’ora, nessuno di noi aveva mai annoverato tale metodo di sopravvivenza tra le soluzioni che gli Isu avevano congegnato per salvarsi dalla Grande Catastrofe? Per due motivi.
Finora avevamo visto solo un individuo usare tale soluzione, Aita per l’appunto;
La reincarnazione è stata tenuta segreta ai più.
Qual è quindi il tassello mancante tra l’elenco delle sei soluzioni di Assassin’s Creed 3 e il Settimo Metodo di Aita? Perché non è stato preso in considerazione? Chi l’ha usato? E soprattutto, come funziona?
Il Settimo Metodo
Prima di iniziare, per facilitare l’apprendimento di ciò che stiamo per analizzare, è necessario puntualizzare come tutti gli eventi che abbiamo vissuto come Havi (Odino) ad Asgard e soprattutto Jotunheim, non sono altro che eventi realmente accaduti nella storia Isu ma visti da un’ottica mitologica dovuta alla mente da vichinga di Eivor.
Iniziamo quindi dal principio. Il Ragnarok, ovvero la Grande Catastrofe, è alle porte. Havi, per salvare sé stesso e i suoi compagni Æsir e Vanir, è pronto a tutto: parte quindi per Jotunheim in cerca di una soluzione.
“Devo trovare la strega Angrboda. Lei sa tutto ciò che accade qui” – Havi (Odino)
Havi si mette quindi alla ricerca di Angrboda (Aletheia) e la trova nel mezzo di una discussione con Hyrrokin (Giunone). Non è esplicito il motivo per cui le due stiano conversando così animatamente, ma è da qui che finalmente viene introdotto il Settimo Metodo. Da una delle Anomalie che conducono alla Verità Occulta possiamo ascoltare il seguente dialogo tra Aletheia e Loki:
“A: Ho parlato con la Madre, il Padre e la Voce Sacra. Mi hanno assicurato che presto avranno successo. La nostra gente sopravvivrà al cataclisma.
L: Sei volte ci hanno provato. Sei volte hanno fallito. Perdonami, se ho i miei dubbi.
A: La Madre lavora su una settima soluzione. Certo, è audace... rischiosa. Ma confida che possa funzionare.
L: E cosa dice il Padre? E la Voce? Il loro recente silenzio è strano...”
Veniamo quindi a conoscenza del fatto che Aletheia è in contatto con la Triade e che quest’ultima ha trovato un modo per salvare gli Isu; ovviamente sappiamo che ciò non è proprio vero, solo alcuni di Coloro che Vennero Prima riuscirono a salvarsi al tempo. Ciò che è realmente interessante per questa analisi però sono le due ultime frasi. Aletheia è venuta a conoscenza, tramite Giunone, di un ulteriore metodo, per l’appunto il settimo. L’esistenza di questo le è stata accennata proprio dalla Madre che ne pare essere l’ideatrice e la principale sviluppatrice, al contrario, Tinia e Minerva sembrano decisi a mantenere la segretezza di questa via d’uscita dalla Grande Catastrofe. Il motivo del silenzio del Padre e della Voce Sacra è connesso inesorabilmente alla natura e agli strumenti necessari di cui questo Settimo Metodo necessita.
“Ma loro (Tinia e Minerva, n.d.r.) temevano gli effetti che avrebbe avuto sugli umani, così l’hanno nascosto e mi hanno esiliata.” – Hyrrokin (Giunone)
A chiarire ulteriormente il tutto ci pensa un altro dialogo di un’anomalia:
“A: Ho sentito sussurri e voci. Sembra che richieda un tramite umano.
L: Un tramite umano? Intendi... rinascere? Come uno di loro?
A: Sì. Un piccolo sacrificio per un grande guadagno. Un rischio che va corso.”
Inizia quindi a mostrarsi un primo richiamo, chiaro e tondo, alla reincarnazione di cui ha potuto beneficiare Aita. La nostra concezione di tale metodo inizia quindi a cambiare: la rinascita di un Saggio non è una singolarità nella storia di Assassin’s Creed, ma un metodo vero e proprio che gli Isu avevano tenuto in considerazione. È da notare come sia per Aletheia che Loki non sia riscontrabile una particolare contrarietà nel rinascere come umani, il tutto viene liquidato molto semplicemente come “un piccolo sacrificio”. Mentre la “simpatia” nei confronti delle creazioni degli Isu era già stata ampiamente dimostrata per Aletheia in Assassin’s Creed Odyssey, quella di Loki ha un‘importanza maggiore per quanto riguarda le sue azioni future. Solo nel prossimo capitolo avremo modo di vedere se ciò, tuttavia, sarà vero o no.
Torniamo quindi al momento in cui Havi (Odino) sta per mettere piede nel capanno di Angrboda (Aletheia) ed è possibile origliare ciò che quest’ultima sta dicendo ad Hyrrokin (Giunone):
“A: Sei un’incosciente, Hyrrokin. Midgard (la Terra, n.d.a.) non è un laboratorio per esperimenti.”
Chiaramente questo è l’esatto momento in cui Giunone rivela ad Aletheia l’esistenza del settimo metodo e, probabilmente, chiede il suo aiuto che, però, l’altra non sembra volerle concedere. Il rifiuto di Aletheia nei confronti della proposta di Giunone può essere dettato sia dalla simpatia che questa prova verso gli umani, e quindi il non voler applicare tale metodo a un numero enorme di umani, sia per la sfiducia che questa deve provare a causa degli eventi accaduti ad Atlantide. A questo punto possiamo procedere con la storia di Havi.
Dopo aver ricevuto il rifiuto di Angrboda, Hyrrokin è subito pronta a trovare in Odino un nuovo alleato. Essa rivela come il fulcro della rinascita sia l’Idromele che Suttungr (Tinia) e Gunlod (Minerva) tengono nascosto nei loro magazzini. Ma effettivamente, cos’è l’Idromele? Come si traduce tale liquido nella realtà? Un altro dialogo, un’altra risposta:
“[...] Per rubare il settimo metodo, il siero e il catalizzatore.” – Aletheia
“Hai sentito? L’Alto Consiglio ha destituito la Madre. Per aver donato al nostro carnefice (Havi) il settimo metodo di salvezza” – Aletheia
Infine, da un’ultima anomalia veniamo informati per l’appunto che Giunone ha donato ad Odino il Settimo Metodo, quindi il Siero e Yggdrasil (o. meglio, la struttura legata ad esso / i progetti per costruirla). Per questo motivo è stata privata del titolo di Madre che la rendeva parte della Triade.
“Suttungr (Tinia) e Gunlod (Minerva) non potranno mai perdonarmi. E mi daranno la caccia fino ai confini dei nove mondi.” – Hyrrokin (Giunone)
Odino è quindi infine entrato in possesso del Siero e della macchina Yggdrasil, o presumibilmente dei suoi progetti. Tutto questo compare al termine dell’arco narrativo di Jotunheim che potete apprezzare sul nostro canale YOUTUBE.
Yggdrasil
Dopo la Reincarnazione, è Yggdrasil il secondo elemento più importante ed interessante che Assassin’s Creed Valhalla ha introdotto: un macchinario Isu inventato in un'epoca precedente la Catastrofe di Toba. La parola macchinario, tuttavia, non rende l’idea di quanto questo dispositivo sia potente e polifunzionale.
1. Reincarnazione
Volendo andare in ordine con ciò che è stato detto in precedenza, possiamo affermare che una delle funzioni principali di Yggdrasil, o perlomeno di una parte di esso, è quella di essere il fulcro del Settimo Metodo. Sebbene non sia l’unico elemento necessario per reincarnarsi, visto che è obbligatoria anche la presenza di embrioni umani e del Siero, è sicuramente tramite esso che è possibile andare a gestire il processo. Come visto nel video della Verità Occulta, Yggdrasil è composto a sua volta da diversi elementi, interni o esterni ad esso:
La struttura principale per la reincarnazione, che richiama quella di un albero, alla cui sommità sono localizzati tre embrioni umani all’interno di quello che pare essere liquido amniotico. Dentro questo pilone viene probabilmente fatto scorrere il siero modificato dal DNA dei singoli utilizzatori, che infine viene iniettato nel suddetto liquido;
Un tavolo che può ospitare fino a otto utilizzatori;
Altrettante sedie dotate di una sottospecie di ago al livello del collo. Tramite esso viene prelevato del tessuto dall’utilizzatore, questo viene poi mescolato con il Siero (posizionato in contenitori cilindrici dentro le sedie) e inviato a Yggdrasil. Altra possibilità è che il Siero venga prima iniettato e poi riassorbito: comunque sia, è questo processo che lascia il particolare Marchio sul collo dei reincarnati;
Otto maschere che sembrano avere come scopo quello di bloccare la testa dell’utilizzatore contro la sedia e sicuramente dare inizio al processo;
Una postazione esterna per il monitoraggio;
Una sezione, chiamata Sala di Yggdrasil e staccata dalla zona visibile nella Verità Occulta, dedicata all’innesto di corpi per accedere alle funzioni simulative e di calcolo di Yggdrasil.
“Che fluisca. [...] Nessuno ci segua... Loki su tutti.” – Odino
È così quindi che il gruppo degli otto fedeli di Odino, tra i quali lui stesso figura, si riunisce poco prima del Ragnarok (la Grande Catastrofe) e trasferisce le coscienze di ognuno all’interno del genoma di tre embrioni (Per scoprire CHI sono gli otto Isu reincarnati, e anche in chi sono rinati, vi lasciamo un link ad un nostro articolo specifico: ISU, AESIR e JOTUNN). Sappiamo tutti, inoltre, che anche Loki è riuscito ad inserirsi nel processo di reincarnazione.
A questo punto possono nascere ovviamente alcuni dubbi più che leciti, le cui risposte sono principalmente frutto di teorie e supposizioni.
Com’è possibile che gli Isu appartenenti alla fazione o al gruppo degli Æsir siano rinati tutti nello stesso lasso temporale?
Prima di tutto vorremmo escludere la possibilità inerente al puro caso per via del fatto che a nascere in anni ravvicinati non sono stati solo uno o due Isu, ma ben nove. La risposta più semplice è quindi che tramite il pannello di controllo di Yggdrasil fosse possibile impostare una finestra temporale durante la quale rinascere. Da qui sorgono quindi almeno altre due domande.
Com’è possibile che gli utilizzatori di Yggdrasil siano rinati tutti nella stessa zona geografica? E perché proprio la Norvegia?
La risposta che pare più ovvia e semplice alla prima domanda risiede nella maestria che gli Isu possedevano nel leggere il Codice, ovvero le leggi fisiche e temporali che formano quella che noi conosciamo come realtà. È possibile quindi che, sempre tramite Yggdrasil, gli otto Isu, o chi per loro, abbiano deciso di rinascere in tale zona del mondo. Dopotutto, non sarebbe la prima volta che Coloro che Vennero Prima giocano con il tempo e le probabilità: per esempio è sufficiente ricordare l’Evento di Ascendenza che i cinque protagonisti della trilogia di libri “Last Descendants” hanno vissuto. Potremmo anche ipotizzare che Giunone abbia aiutato gli Æsir con le impostazioni della macchina in un secondo luogo.
Per quanto riguarda la seconda domanda, la risposta è ancora più semplice: perché Yggdrasil era localizzata lì.
Rimane in dubbio la questione legata alla rinascita di Loki che, effettivamente, nasce nel medesimo periodo, ma in una zona completamente diversa dagli altri. È possibile che ciò sia derivato dal semplice fatto che lui non era previsto nel processo di reincarnazione e che quindi la macchina abbia effettuato calcoli leggermente diversi. Ovviamente non tutto ciò che proviene dagli Isu è perfetto ed è necessario mettere anche in questione l’intervallo di precisione temporale e geografico di Yggdrasil che potrebbe non essere preciso al singolo anno o chilometro. È il caso di Rig Reidarasson, vichingo di cui possiamo trovare scritti della propria Saga, che non è altri che la reincarnazione di Heimdall, nata però quasi cento anni prima di Eivor.
Quale era lo scopo degli Æsir nei confronti di Yggdrasil dopo essere rinati?
Su questo punto la questione si fa più complessa e misteriosa: in Assassin’s Creed Valhalla effettivamente non viene detto esplicitamente quale tipo di obiettivo le reincarnazioni avessero. Nella durata del gioco abbiamo avuto modo di osservare solo quattro reincarnati interagire con la macchina o mostrare un interesse per essa: Eivor/Odino, Sigurd/Tyr, Svala/Freia e Basim/Loki. Tuttavia, per quanto riguarda quest’ultimo, non è possibile dire che avesse un vero e proprio scopo nei suoi confronti, Yggdrasil per lui non è stato altro che un mezzo per ottenere vendetta: concentriamoci quindi sugli altri tre.
Per quanto ci viene detto da Assassin’s Creed Valhalla, arrivati alla fine del gioco, sappiamo che nessuno dei tre Isu incarnati è riuscito a prendere possesso del corpo del loro ospite. Nel caso di Eivor tale fenomeno è lampante, la vichinga infatti non è minimamente controllata da Odino, percepisce solo la sua presenza come coscienza. Per quanto riguarda Sigurd potremmo dire quasi lo stesso: la coscienza di Tyr non sembra aver sovrascritto quella del vichingo, infatti è possibile notare come Sigurd ogni volta parli di se stesso con ancora cognizione di sé. Dopo le torture di Fulke sicuramente qualcosa in lui è cambiato, ma non possiamo per niente dire che Tyr ne abbia preso il controllo. Per Svala abbiamo pochi indizi, ma anche per essa possiamo affermare la medesima cosa dato che, una volta rivoltagli la parola dentro Yggdrasil, questa spieghi come sia andata verso Yggdrasil poiché stava morendo. Insomma, sia Sigurd che Svala hanno ricevuto solo visioni e ricordi dalle reincarnazioni dentro essi.
Le motivazioni per cui Sigurd e Svala hanno deciso di raggiungere Yggdrasil e collegarsi ad esso sono dovute a desideri dei due umani, il primo per la gloria, la seconda per continuare a “vivere”. Abbiamo voluto aprire questa parentesi per poter possibilmente escludere l’idea, o l’ipotesi, che gli Isu reincarnati abbiano deciso di collegarsi a Yggdrasil solo per il mero motivo di vivere dentro una simulazione. Forse non sappiamo ancora tutto della psicologia Isu, ma troviamo difficile che una razza così ambiziosa e potente si accontenti di una finzione edulcorata. I Precursori sono sempre stati maestri della realtà e hanno sempre cercato di domarla, viene strano pensare che si accontentino di una gabbia dorata. A favore di questa tesi c’è anche uno scritto: stiamo parlando della Saga di Rig Reidarasson che, come abbiamo già detto, è la reincarnazione umana dell’Isu Heimdall.
“Sono venuto prima del mio tempo, sono nato troppo presto e sono solo, senza mio padre e senza i miei amici. [...] La mia mente verrà spostata, dev’essere preservata. L’ho visto. Il mio destino ultimo è di vivere ancora nella sala di mio padre, fino al suo ritorno.” – Rig Reidarasson (Heimdall)
Rig (Heimdall) sembra infatti intenzionato solo a rimanere dentro Yggdrasil sino al momento in cui anche Odino vi farà finalmente ritorno.
Pensiamo quindi che sia lecito credere che le reincarnazioni possano aver spinto, tramite ricordi e visioni, i loro ospiti a riunirsi tutti insieme a Yggdrasil per qualche altro motivo che tutt’ora, e forse per sempre, ci risulta ignoto. Possiamo però provare a ipotizzare una possibile risposta anche a questo quesito, ma per farlo è necessario parlare di un’altra funzionalità di questo incredibile macchinario.
2. Simulazioni e Calcoli
Nelle ore finali dell’ultimo Assassin’s Creed veniamo a conoscenza di un ulteriore, ed importantissima, funzione di cui Yggdrasil è dotato. Nei panni di Eivor, dopo esserci collegati alla macchina, siamo infatti in grado di accedere al Valhalla, o meglio, ad una sua simulazione. Yggdrasil è quindi in grado di creare un mondo a sé stante a seconda delle volontà di coloro che risiedono al suo interno. Questa funzione, nel caso dei vichinghi, ed umani, Sigurd e Svala, si traduce proprio nel tanto atteso Valhalla; tuttavia, in mano a esseri più avanzati, tale capacità si traduce in ben altro utilizzo.
Fra tutte le capacità che gli Isu possiedono, ce n’è una in particolare che ci è stata riproposta in diversi capitoli e che ormai è un punto fisso quando si parla di Coloro che Vennero Prima: ovvero la lettura del suddetto Codice. Per mezzo dei calcoli che Isu come Minerva furono in grado di effettuare, la Prima Civilizzazione è quasi sempre stata in grado di avere un grosso vantaggio nei confronti del futuro, riuscendo a plasmare gli eventi anche dopo millenni dalla loro morte: potremmo dire che l’intera saga di Assassin’s Creed giri intorno a questo cardine. Una delle proprietà di Yggdrasil è proprio quella di sfruttare la sua, supponiamo, enorme potenza di calcolo per condurre calcoli estremamente complicati e dipendenti da un numero spropositato di variabili: considerando anche l’incredibile interfaccia simulativa che possiede, è facile pensare che questo macchinario sia anche in grado di mostrare delle vere e proprie immagini riguardanti il futuro.
Tuttavia, seppur incredibilmente potente, non è la prima volta che vediamo un macchinario in grado di svolgere calcoli del genere: il dispositivo Isu chiamato Occhio di Assassin’s Creed 3, visibile anche in questo articolo nella sezione inerente al terzo metodo, era infatti in grado di mostrare il futuro plasmato dalle formule immesse dagli operatori della Prima Civilizzazione.
Date le capacità e funzionalità di Yggdrasil possiamo pensare che gli Isu reincarnati avessero come scopo quello di riunirsi e utilizzare le potenzialità di calcolo del macchinario per uno scopo più grande. Tra le varie opzioni potremmo pensare che volessero cercare un modo per rinascere nuovamente, ma sottoforma di Isu (proprio come Giunone), o che si fossero posti come obiettivo quello di riportare la propria civiltà alla vita.
Le due ultime funzionalità a cui possiamo assistere in Assassin’s Creed Valhalla potrebbero non essere del tutto merito di Yggdrasil stesso, tuttavia pensiamo che sia doveroso riportare un pensiero anche su di esse.
3. Migrazione di Coscienza
Nelle ultime ore di gioco di Valhalla abbiamo avuto modo di conoscere un nuovo ed importantissimo personaggio: l’Interprete (dei calcoli). Questa particolare entità, come tutti ormai sanno, non è altro che la coscienza di Desmond Miles, trasferita dal suo corpo al Grigio (una specie di cloud) otto anni prima. Sebbene la voce sia la medesima dell’eroe dei primi capitoli, è facile intendere come poco sia rimasto di lui se non la voglia di riuscire ad evitare un’altra Catastrofe. La stessa cosa accade a Layla che, comunque, sembra mantenere per il momento la propria personalità. Sebbene quindi abbiamo già visto una funzione del genere con il Macchinario per l’Aurora Boreale, per Desmond, è possibile riconoscere a Yggdrasil la stessa capacità, per Layla.
4. Stasi
Il cambiamento finale di protagonista, da Layla a Basim, è uno dei più grandi plot-twist di cui Valhalla sia dotato. Questo incredibile e inaspettato evento è stato possibile grazie al connubio di tre possibili fattori.
Il Bastone di Ermete Trismegisto (un Frutto dell’Eden);
Yggdrasil;
Basim / Loki.
Il primo dei tre, ovviamente, ha giocato una parte enorme nella questione grazie alle sue capacità rigenerative: come tutti ricorderanno infatti Kassandra ha vissuto più di duemila anni grazie ad esso. Tuttavia, il Bastone non è in grado di resuscitare nessuno, un risultato che neppure i sudari di Conso sono stati capaci di raggiungere, e necessita quindi di un ospite che abbia in sé ancora una parvenza di vita. È quindi qui che entra in gioco Yggdrasil: sembrerebbe infatti che a un ospite collegato ad esso mediante le sue appendici metalliche sia concesso un ultimo respiro in grado di durare più di un millennio.
Tuttavia, la questione non è così semplice. Siamo infatti tutti ben consci di quanto e come il finale di Valhalla sia drammatico: Layla non ha modo di uscire da Yggdrasil e le viene comunicato chiaramente dall’Interprete come l’esposizione alle radiazioni presenti in quel luogo sia letale. La protagonista si arrende all’evidenza e, purtroppo, soccombe rimanendo imprigionata nel Grigio.
Com’è possibile quindi che Basim riesca a vivere nuovamente? La risposta si cela probabilmente nella sua natura di Reincarnato o, meglio, Saggio, che gli garantisce un quantitativo di genoma Isu superiore a quello di una persona normale (che risiede tra lo 0.0002% e lo 0.0005%). Ciò, in aggiunta alle capacità di Yggdrasil e del Bastone, ha probabilmente permesso la “rinascita” di Basim.
“Ha... funzionato... perfettamente, mia cara...” – Basim
Aita e i Nove Reincarnati
Vogliamo infine dedicare poche altre righe ad Aita e ai Nove Reincarnati che, da Valhalla in poi, potranno essere tutti annoverati sotto l’epiteto di “Saggi”. In particolare, vogliamo concentrarci su poche ulteriori differenze che caratterizzano gli utilizzatori del Settimo Metodo.
1. Controllo sull'Ospite
La presenza di un Isu all’interno del proprio corpo è una delle esperienze più provanti per un umano, non solo per le visioni e le voci che si possono avvertire, ma anche per una possibile sovrascrittura completa della propria personalità.
Nel caso di Aita abbiamo avuto modo di apprezzare alcuni casi di Saggi in cui la sua personalità aveva completamente soppiantato quella dell’ospite originale. John Standish e François-Thomas Germain sono un esempio più che lampante, mentre, in altri casi, la coscienza del marito di Giunone aveva reso il proprio ospite “solo” molto più cinico e pragmatico. Tuttavia, vi sono altri individui che sembrano aver sofferto meno della sua influenza, vedasi Thomas Kavanagh Jr., o che, in un solo caso, hanno del tutto soggiogato la presenza Isu al proprio interno: ovviamente stiamo parlando di Elijah Miles, il figlio di Desmond.
Per quanto riguarda i reincarnati del Pantheon Norreno abbiamo purtroppo un solo caso umano per Isu. Tuttavia possiamo basare la nostra analisi su nove persone diverse. Riassumiamo in breve quindi il loro profilo psicologico e l’influenza che la presenza Isu ha avuto su di loro:
Eivor – Visioni e voci di Odino, Isu completamente soggiogato
Sigurd – Visioni e voci di Tyr, influenza media
Svala – Visioni e voci di Freia, influenza bassa/media
Basim – Influenza forte di Loki, possibile completa sovrascrittura
Halfdan – Voci di Thor, nessuna influenza visibile
Faravid – Nessuna influenza visibile
Rig – Voci di Heimdall, influenza bassa/media
Gull – Voci e visioni di Isu ignoto, completa sovrascrittura
Reincarnazione ignota – Isu ignoto
Alla fine di questa breve lista possiamo notare come due su otto (non contiamo la reincarnazione ignota) di questi individui abbiano subito una forte influenza da parte della coscienza interna al loro corpo, fino al punto da rimanerne completamente soggiogati. Sigurd, Svala e Rig non sembrano aver sofferto grossi imprinting se non per ricordi e visioni, Eivor è riuscita a respingere completamente Odino (forse proprio come Elijah Miles avrebbe fatto circa 1100 anni dopo); i rimanenti non sembrano aver manifestato in alcun modo influenze Isu nel loro carattere.
Risulta quindi difficile dire con certezza se ci sia un’effettiva differenza tra Aita e gli altri Saggi dal punto di vista del controllo dell’ospite. È molto probabile che ciò dipenda da un connubio tra l’animo dell’umano e quello dell’Isu imprigionato al suo interno, piuttosto che da ragioni a monte del processo di reincarnazione.
2. Una Rinascita Eterna
Uno dei maggiori quesiti che la scoperta di questi nuovi Saggi ha portato con sé riguarda certamente il numero di reincarnazioni di cui un utilizzatore del Settimo Metodo può usufruire. Nel caso di Aita, e non vi sarebbe neanche il bisogno di investigare, abbiamo una conta che supera abbondantemente la decina... ma per gli altri nove reincarnati?
Grazie ad una nota presente nello studio di Re Alfred, a Winchester, possiamo ottenere informazioni molto utili. Tale scritto consiste in una lettera di Alcuino di York, filosofo e teologo anglosassone, che avverte Carlo Magno dell’esistenza di un gruppo segreto chiamato Ordine degli Antichi: all’interno di questa epistola è possibile leggere una frase molto interessante.
“Il loro credo più blasfemo è forse questo: credono che molti di questi dèi minori siano ancora tra noi, o che un giorno resusciteranno in altre forme. Credono che altri di loro rinascano continuamente. Li chiamano Saggi. Altri pare che appaiano una volta e poi mai più.” – Alcuino di York
Possiamo quindi pensare che Alcuino si riferisca inizialmente ad Aita mentre, parlando di coloro che possono rinascere solo una volta, agli Isu Norreni. Sebbene ci siano tracce di dubbio nelle parole del filosofo, abbiamo una più che probabile conferma della singola, e limitata, rinascita degli Aesir dalla paura che Odino ha dipinta negli occhi nel momento in cui Eivor rifiuta del tutto la sua influenza. Allo stesso modo, anche l’evidente spavalderia di Basim davanti alla tomba della vichinga sembra assicurare come sia più che certo che il Forsennato non intralcerà più i suoi piani.
Resta infine da chiarire un ultimo punto, ovvero come sia possibile che Aita, seppur utilizzando lo stesso metodo di Odino e degli altri Isu, abbia la possibilità di rinascere più volte nel tempo. La risposta si cela in piena luce in uno dei dialoghi di Hyrrokin (Giunone) a Jotunheim.
“Queste sono le ceneri di mio marito. Anche lui si è sacrificato per il sapere. Con un’aggiunta all’idromele, potrò cancellare quel dolore.” – Hyrrokin (Giunone)
La caratteristica esclusiva della rinascita di Aita risiede quindi in una modifica che Giunone avrebbe condotto personalmente sul Siero e che, ovviamente, avrebbe nascosto agli Isu Norreni. Con tutta probabilità non aveva intenzione che altri come lei potessero intralciare il suo ritorno dopo la Seconda Catastrofe del 2012. La conferma di questa modifica al Siero è stata confermata anche dallo stesso Narrative Director di Assassin’s Creed Valhalla, Darby McDevitt, che in un tweet ha affermato:
"Domanda: Il Forsennato e la sua gente rinascono come Aita? Darby McDevitt: Solo una volta. Giunone ha ottimizzato ulteriormente la tecnologia per il proprio utilizzo, come suggerisce a Jotunheim."
Tuttavia ciò non esclude che possano spuntare in futuro nuovi, e segreti, utilizzatori del Settimo Metodo. Ricordiamo, giusto per dovere di cronaca, che Svala è tutt’ora collegata a Yggdrasil e che un utilizzo del Bastone di Ermete potrebbe riportarla in vita; comunque, nonostante ciò, non crediamo che la rivedremo tanto presto (se mai succederà).
Il Futuro del Mondo
Con Assassin’s Creed Valhalla sono stati ampliati enormemente alcuni importanti archi del passato, mentre altri sono stati appena iniziati. Da qualsiasi parte si guardi questo capitolo, è innegabile che rappresenti un salto enorme per la Lore di questo incredibile universo videoludico (e non solo) e siamo sicuri che questa sia la strada giusta. Nel caso in cui però vogliate ancora qualche chiarimento riguardo al finale di Valhalla e al futuro di Assassin’s Creed, vi consigliamo di dare uno sguardo al nostro articolo di approfondimento “Assassin's Creed Valhalla: nella Fine, il Principio”.
"Con questa lunga dissertazione speriamo di essere riusciti a trasmettervi tutta la nostra passione per il mondo di Assassin’s Creed e la sua Lore che, capitolo dopo capitolo, continua ad appassionarci sempre di più." – La Cripta degli Assassini
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