AGGIORNAMENTO (08/04/2022): Abbiamo aggiornato l'articolo con alcune ulteriori informazioni provenienti da un documento reperito all'interno del gioco.
Lo scorso 10 marzo è stata infine pubblicata la terza espansione di “Assassin’s Creed Valhalla”, un DLC interamente incentrato sulla figura dell’Isu Odino/Havi, intento a cercare di salvare l’amato figlio Baldr dalle mani di Surtr, sovrano dei Muspel e nemico giurato del Forsennato.
Nel corso delle vicende che compongono la missione principale del contenuto ritroviamo una serie di spunti e di elementi che vanno ad incastrarsi (spesso in malo modo) nella macro-trama generale della serie: cerchiamo di riassumere ed analizzare di seguito i concetti e le novità in termini di Lore introdotti ne “L’Alba del Ragnarok”. Inutile dire che seguiranno SPOILER decisamente pesanti sulla trama.
Si fa presente che le informazioni di seguito trattate sono basate su quanto visto e giocato nel DLC alla sua uscita: in caso di dichiarazioni e rivelazioni postume l’articolo verrà debitamente aggiornato ed eventualmente corretto, se e dove necessario.
La storia dell’espansione ruota intorno al tentativo di Havi di liberare il figlio Baldr, fatto prigioniero dalle forze di Muspelheim, guidato da Surtr e dalla sua famiglia, durante l’invasione del regno di Svartelfheim, terra natìa dei Nani. Il Padre di Tutti scoprirà ben presto che gli invasori sono alla ricerca di alcuni antichi manufatti, creati dall’antico popolo degli Elfi (sterminati tempo addietro dallo stesso Surtr) in grado di garantire un potere inimmaginabile a chiunque ne entrasse in possesso.
La prima, “corposa” rivelazione che viene fatta nel DLC riguarda una figura alquanto enigmatica in Valhalla: Reda, misterioso leader del gruppo dei “Mille Occhi”, già presente in “Assassin’s Creed Origins” e che ricompare misteriosamente nell’Inghilterra di Eivor, senza alcuna giustificazione sensata. Lo stesso Reda si ritrova anche a Svartelfheim (inutile dire che la sua presenza è principalmente dovuta a motivi di gameplay…) dove ricompare con il medesimo aspetto che sfoggia a Ravensthrope (nessun “filtro mitologico” viene applicato su di lui, né sui suoi “aiutanti” sparsi per la mappa). Ciò che è interessante è il primo dialogo che egli ha con Odino, che pare conoscerlo già da diverso tempo.
R: Vieni Supremo, ho della merce per te!
H: Mi chiedevo quando ti saresti fatto vivo. Sfoggi i tuoi bei ninnoli? Come sempre?
R: Anch’io sono lieto di vederti… Chissà, mi chiedo quante altre volte mi imbatterò in te…
H: Molte, ne sono certo.
R: Tu credi? Anche se il crepuscolo incombe?
H: Rimane ancora molto tempo.
R: Parli con la sicurezza di chi ha la facoltà di vedere nel futuro.
H: Il mio sguardo arriva lontano.
R: Eppure spesso sembra annebbiato.
H: Il crepuscolo giungerà, ma certo non per me.
R: Forse non sei così unico come vorresti far credere?
H: Tu… Anche tu hai un piano? Per il Ragnarok?
R: Loki mi ha elargito grandi insegnamenti. E io ho saputo metterli a frutto in modi che sarebbero impensabili persino per lui!
H: Ha ingannato molti.
R: Te, soprattutto, a quello che sento.
H: Sta al tuo posto, folletto.
Appare dunque evidente che anche il giovane Reda sia un membro della Prima Civilizzazione, e che sia riuscito anch’egli, in qualche modo, a sopravvivere alla Catastrofe di Toba e a “rinascere” nel “futuro”. Il fatto che citi Loki come fonte dei suoi “trucchi” fa pensare che anche lui abbia utilizzato un metodo per reincarnarsi. Alla luce di ciò, sorgono comunque alcune domande (curiosità, più che altro, che rimarranno comunque insolute): come funziona la “reincarnazione” di Reda? È un essere immortale, o un individuo che “rinasce” periodicamente, mantenendo le memorie delle sue vite precedenti?
Curioso, poi, il fatto che Havi lo chiami "folletto": un semplice appellativo o un modo per indicare che egli facesse parte di un "clan" Isu differente rispetto a quello degli Aesir?
Ancora prima della comparsa di Reda, nei primi minuti del DLC viene citato un evento che avrà una certa rilevanza nello svilupparsi delle vicende: Surtr si è già reso responsabile, in un periodo indefinito prima dell’invasione di Svartelfheim, dello sterminio del popolo degli Elfi. Viene successivamente svelato il fatto che gli Elfi fossero una sorta di precursori degli attuali popoli, ovverosia dei veri e propri pre-Isu. Si tratta di un concetto non nuovo, già introdotto ai tempi di Origins in alcuni dei messaggi Isu presenti nelle Tombe dei Precursori.
“Nessuno è riuscito a cambiare ciò che abbiamo scoperto, le storie scritte in queste mura. Da chi, non lo sapremo mai.”
All’atto pratico non viene tuttavia svelato praticamente nulla circa l’effettiva natura ed origine di questa popolazione: sappiamo solo che sono i creatori di manufatti/tecnologie il cui funzionamento risulta misterioso e di difficile comprensione sia per Odino che per i Nani (mastri fabbri nonché creatori di molti dei manufatti più potenti utilizzati dagli Aesir). Sappiamo inoltre che essi erano grandi conoscitori del “sacro Hugr”, e che con la loro scomparsa tale sapere è ora custodito dallo stesso Surtr. Torneremo successivamente a parlare di cosa si intenda con questo “Hugr”.
Oltre ad Elfi e Muspel nel DLC troviamo anche il popolo dei Nani: ma cosa rappresentano essi, al di là del “filtro mitologico” che viene applicato alle visioni di Eivor?
In uno dei “messaggi” che vediamo all’inizio delle varie Saghe, Havi parla proprio dell’origine dei Nani e del suo rapporto con essi.
I nani, li ho molto a cuore... Ricordo quando strisciarono fuori dalla carne di Ymir, mentre lo condannavo a esalare l'ultimo respiro. Mi fecero compassione. E donai loro il senno... Per questa ragione, mi saranno sempre cari. E debitori.
Dobbiamo tenere presente due cose, analizzando i contenuti del DLC: il primo, è che ciò che vediamo attraverso la “lente mitologica” è un insieme di eventi e nozioni risalenti all’epoca Isu; il secondo è che non abbiamo la certezza che tali eventi trovino una trasposizione fedele di “natura Isu”. Facciamo un esempio: nell’espansione Havi è in grado di utilizzare alcuni “poteri speciali”, utilizzabili tramite l’assimilazione dello “spirito” dei nemici caduti, l’Hugr. Tra questi troviamo la possibilità di trasformarsi in un’aquila o di resuscitare i morti: difficilmente l’Isu Odino era effettivamente in grado di cambiare le proprie sembianze tramutandosi in un volatile, è più plausibile pensare che fosse dotato di un dispositivo in grado di farlo “volare” per brevi tratti; discorso analogo per le resurrezioni, che sappiamo non essere possibili nell’universo di Assassin’s Creed, quantomeno con i Frutti dell’Eden finora noti.
Detto questo, proviamo ad analizzare quanto Havi afferma circa i Nani: dalle sue parole sembrerebbe che gli stessi siano stati in qualche modo “creati” dagli Isu (bisognerebbe capire cosa rappresenti la figura di Ymir, che nella mitologia viene ucciso e dal suo corpo ebbero origine Nani e altre specie: alcune ipotesi vedevano tale figura associata a quella dell’Isu Conso), tant’è che lo stesso Odino afferma di aver “donato loro il senno”. Viene subito da pensare agli umani, creati per l’appunto dai Precursori e utilizzati come “forza lavoro”: l’origine dell’umanità viene proprio chiarita e approfondita in alcuni documenti che troviamo nel gioco base.
Tale ipotesi, tuttavia, presenta diverse incongruenze. La prima, la più evidente, è che in uno dei documenti del gioco vediamo citati gli umani di Midgard (nozione che fa subito cadere la teoria). Risulterebbe inoltre molto strano il fatto che gli umani vengano di fatto associati alla creazione di potenti manufatti Isu: i Nani, difatti, vengono ritratti nel DLC (così come nella mitologia) come mastri artigiani, creatori di alcuni degli oggetti più potenti visti nel gioco, quali Mjolnir e la lancia Gungnir. Nel database viene addirittura affermato che gli Isu stessi avrebbero dovuto “chinarsi” di fronte alla maestria dei Nani più abili: una cosa totalmente impossibile se si stesse effettivamente parlando di esseri umani.
Ci troviamo dunque di fronte ad una questione che rimane (per il momento) priva di risposta: se prendessimo come veritiero ciò che ci viene “trasmesso” attraverso le visioni di Eivor ci troveremmo potenzialmente di fronte a delle “creature” artificiali create dagli Isu/Aesir, che si sono poi rivelate addirittura superiori ad essi nel creare Frutti dell’Eden. È più plausibile pensare che i Nani non siano altro che un’altra popolazione Isu, e che la loro “creazione” sia un evento mitologico che non trova effettivamente riscontro nella storia della Prima Civilizzazione.
Prima di passare ad analizzare l’elemento più enigmatico ed importante della storia del DLC, discutiamo un attimo del finale, e del suo effettivo significato.
Dopo aver scoperto che il suo amato figlio Baldr è stato ucciso, Havi affronta il possente Gigante di Fuoco Surtr, riuscendo infine ad ucciderlo utilizzando la sua stessa, possente spada fiammante, la stessa che, nella mitologia, verrà utilizzata per “incendiare il mondo” segnando la fine dello stesso nel corso del Ragnarok. Al termine del brutale scontro, l’Aesir raggiunge i Nani superstiti, trovandosi di fronte alla Jotun Hyrrokin, sua vecchia conoscenza. Quest’ultima (ovversia la Isu Giunone) gli rivela terribili notizie provenienti da Asgard: Loki, il dio dell’inganno, si è liberato dalla prigionia in cui lo stesso Havi lo aveva rinchiuso, portando con sé i suoi figli Fenrir e Jormungandr, il serpente del mondo. Desideroso di vendetta, lo Jotun ha radunato un esercito per muovere guerra ad Odino: assieme a lui anche i Muspel, decisi a vendicare la caduta del loro sovrano, e le forze di Suttungr (l’Isu Giove) anch’egli desideroso di vendicare il furto del proprio Sidro da parte di Havi. Ben presto, dunque, il Forsennato dovrà affrontare un imponente schieramento di forze, il cui unico scopo è quello di eliminarlo.
Nella mitologia, il Ragnarok viene descritto come una serie di catastrofi naturali, tra le quali spicca la lotta finale tra le forze del bene (l’Ordine) e quelle del male (il Caos). Nel finale dell’arco di Asgard e di quello delle Anomalie dell’Animus vediamo gli Aesir intenti a prepararsi ad affrontare un’ultima battaglia, proprio mentre le fiamme avvolgono il mondo: è evidente, a questo punto, che si tratta dello scontro con le forze congiunte dei Muspel e degli Jotun.
La stessa Hyrrokin rivela ad Havi che è stato egli stesso, uccidendo Surtr, a dare il via alla fine del mondo che lui stesso tanto temeva: considerando l’impossibilità che il Padre di Tutti abbia scatenato il brillamento solare che ha portato alla Grande Catastrofe, la Jotun si riferiva al fatto che la missione di vendetta dell’Aesir ha di fatto dato il via a quella che sarà l’ultima battaglia per il Padre di Tutti.
Passiamo ora ad analizzare quello che è forse il punto più delicato e criptico dell’intera espansione: il Salakar, un manufatto attorno al quale ruota sostanzialmente tutta la trama del DLC.
Si tratta di un oggetto di antiche origini, creato dagli Elfi, definito come “contenitore di Anime”: tale strumento è difatti in grado di “assorbire e contenere l’Hugr” degli individui. L’effettiva funzione nonché utilità di questo Frutto dell’Eden non è mai chiaramente definita: gli stessi Nani, che spendono gran parte della trama del DLC per scoprirne i segreti, non riescono a trovare una risposta precisa sul funzionamento dello stesso.
Viene rivelato che è grazie a tale manufatto che il possente Surtr è in grado di “rinascere”: lo stesso Muspel definisce il Salakar come “parte di una chiave”. Cosa questo voglia effettivamente dire, non ci è dato saperlo.
È interessante ciò che accade al termine della battaglia finale: l’Havi sconfigge Surtr, e lo colpisce con lo stesso Salakar (all’interno del quale è rinchiuso parte dell’Hugr del Gigante di Fuoco): il contatto tra i due scatena una reazione che sprigiona un potente fascio di luce, che inonda la Torre all’interno del quale i due Isu si sono dati battaglia e la avvolge in una sorta di Aurora Boreale.
Piccola parentesi: a questo punto sembra assodato che il fantomatico Hugr altri non sia che la “coscienza digitale” di un Isu, la sua “essenza”, ovverosia la forma in cui ritroviamo Giunone nel Grande Tempio di AC3, nel quale venne rinchiusa da Giove e Minerva. Viene rivelato che l’Hugr/Essenza di Baldr è stata “assorbita” dal Salakar, lasciando dunque intendere che in qualche modo l’Aesir sia ancora “vivo” all’interno dello stesso.
La Torre che svetta in quello che è divenuto il dominio di Surtr presenta una forma molto curiosa e a tratti familiare: anche nel database viene descritta in maniera molto curiosa.
Al di là delle questioni topografiche, è affascinante considerare la struttura più peculiare della regione, un’imponente torre che mostra i tratti distintivi della tecnologia Isu. Chissà… che quella torre sia davvero ciò che penso?
È dunque probabile che si tratti di una delle famose Quattro Torri costruite dagli Isu nel tentativo di evitare la Grande Catastrofe in quello che viene definito il Primo Metodo (qui un dettagliato approfondimento). La presenza di tale struttura a Svartalfheim, un richiamo abbastanza forte ad un concetto esplorato in maniera molto decisa nel gioco base, nella Saga di Jotunheim, solleva tuttavia numerosi dubbi.
Quale era lo scopo di Surtr nel suo invadere il regno di Svartalfheim?
Ci troviamo nel campo delle speculazioni più sfrenate, non avendo alcuna chiara risposta a questo quesito nel corso delle vicende del DLC. Surtr ci viene presentato come uno spietato signore della guerra, responsabile dello sterminio della razza degli Elfi e dell’invasione del regno dei Nani, che ha fatto rapidamente sottomettere al fine di utilizzarli come schiavi: è dunque improbabile che il Gigante stesse cercando di trovare un modo per evitare la Grande Catastrofe, ma è forse possibile che (come Havi) stesse cercando una via per far sopravvivere sé stesso (e forse i suoi familiari) al disastro, magari sfruttando proprio la Torre.
Quale era l’utilizzo che il Gigante voleva fare del Salakar?
Prendendo per buona l’ipotesi che Surtr fosse in cerca di una via per scampare alla Catastrofe, forse l’utilizzo del Salakar gli avrebbe consentito di sopravvivere al disastro, quantomeno in forma eterea, proprio come ha fatto Aletheia all’interno della Staffa di Ermete.
AGGIORNAMENTO (08/04/2022): All'interno della regione di Eitri si trova un documento scritto da Hyrrokin/Giunone, che ci consente di fare (parzialmente) luce sulle motivazioni di Surtr. Oltre a confrmare che la Torre è una delle strutture Isu create per far fronte al brillamento solare, viene lasciato intendere che il Gigante di Fuoco intenda fare uso di tale complesso (mai effettivamente completato prima, tant'è che viene affermato che le forze dei Muspel stanno proprio cercando di completarne la costruzione) per estendere il suo dominio su tutti i "Nove Regni", utilizzando quello che era nato come uno "scudo" come una vera e propria arma.
L’esplosione luminosa che avviene alla morte di Surtr solleva ancora più dubbi e domande: perché la Torre viene avvolta da quella che sembra un’Aurora Boreale? Cosa l'ha scatenata? Tale fenomeno porta subito alla mente il dispositivo che viene utilizzato da Giunone nel finale di “Assassin’s Creed 3”, il “Dispositivo per l’Aurora Boreale” che viene utilizzato in combinazione con le quattro Torri per proteggere la Terra dalla Seconda Catastrofe. E proprio nel finale (o meglio, nella scena “post-credits”) Havi fornisce a Hyrrokin/Giunone le informazioni necessarie per recuperare il Salakar.
Qualora i due manufatti fossero dunque collegati (o che siano addirittura la stessa cosa?), si creerebbe un’incongruenza non da poco. Giunone viene difatti rinchiusa nel Grande Tempio “in forma eterea” (nel “Grigio”) da Giove e Minerva, e si libera grazie all’attivazione del dispositivo sopra citato: se il Salakar funziona come “contenitore di Anime” (ipotizzando che questa sia la sua sola ed effettiva funzione) come è possibile che possa essere utilizzato in combinazione alle Torri per proteggere l’intero pianeta?
Risulta più plausibile l’opzione che vede questo Salakar come un manufatto totalmente inedito rispetto a quanto visto in passato. Il fatto che sia comunque finito nelle mani di Giunone crea a questo punto un ulteriore, potenziale problema (decisamente molto più grave del precedente): se il Salakar consente di “salvare” la coscienza/spirito/essenza di un Isu, è possibile che Giunone l’abbia utilizzata per salvare sé stessa, creando una sorta di “backup” della sua coscienza? Si tratta di un’ipotesi un po’ tirata per i capelli, ma qualora ciò fosse effettivamente possibile, di fatto, si aprirebbe la strada ad un nuovo ritorno della Isu, uccisa nel corso degli eventi del fumetto “Assassin’s Creed: Uprising”. Sappiamo tutti difatti che la storyline relativa alla sua rinascita (iniziata in “Assassin’s Creed 4: Black Flag”) è stata traslata e conclusa nell’Universo Espanso, facendola collidere con gli eventi legati al “Progetto Fenice”. Un ritorno effettivo di tale figura nel Presente di Assassin’s Creed risulterebbe dunque poco sensato, per via di come la vicenda è stata grossolanamente chiusa al di fuori dei videogiochi.
Il fatto che il Salakar finisca in mano a Giunone e che il suo effettivo funzionamento non sia stato ancora spiegato lascia diverse questioni in sospeso. Ancora una volta è possibile che il fumetto prequel possa fare luce quantomeno sulla vera natura del manufatto, cosa che ci potrebbe permettere di capirne l’effettiva utilità e il cosa questo potrebbe comportare per il futuro.
In chiusura, un ultimo commento su quello che appare come un possibile “buco” narrativo dell’espansione: la morte di Baldr, un evento di cui eravamo già a conoscenza dal gioco base ma che non ci si aspettava di vedere nel DLC.
Il come l’amato figlio di Havi abbia perso la vita viene narrato sia da Eivor, nella Saga della Vinlandia (in versione “mitologica”, ovviamente), sia nel corso delle Anomalie dell’Animus, in cui Loki rivela ad Aletheia come si sia reso responsabile di ciò.
L: Occhio per occhio. Figlio per figlio. Il nostro soffrirà fino alla fine dei suoi giorni, ma così come soffrirà anche il suo carnefice.
A: Cosa? Che cosa hai fatto?
L: Il ragazzo è crollato all'improvviso, stroncato dal più blando estratto di vischio, morto tra le braccia di suo padre piangente. (Ride).
A: Folle! Incosciente! Ti hanno visto? Sanno che sei stato tu?
L: (Ride)
Da tale dialogo si evince che Loki era di fatto presente al momento della morte di Baldr, e che ne è in qualche modo responsabile: nel DLC troviamo difatti una nota scritta dallo Jotun destinata ai Muspel, nella quale rivela proprio la debolezza dell’Aesir al vischio. Ed è proprio con il vischio che i Giganti del Fuoco uccidono l’amato figlio di Odino, il quale non può fare altro che piangere sul corpo già senza vita di Baldr. Si crea a questo punto un potenziale buco narrativo: all’inizio dell’espansione Havi afferma infatti di aver fatto imprigionare Loki ad Asgard, rendendo dunque impossibile il suo assistere di persona al tragico evento. Nel finale dell’espansione scopriamo però che lo Jotun è invece scappato dalla sua prigionia, liberando Fenrir e radunando i suoi altri figli, così come viene svelato da Giunone.
Sei stato occupato, Supremo. La tua vendetta ha sommerso questa terra come una furiosa onda di piena. [...] Anche io porto un dono. Terribili voci da Asgard. Voci che ti sarebbero giunte se non fossi stato così... impegnato.
Non è chiaro quando ciò sia avvenuto rispetto agli eventi dell’espansione: per evitare buchi narrativi Loki sarebbe dovuto fuggire dalla sua prigione prima della scoperta della morte di Baldr, permettendogli così di assistere all’evento: in questo modo, dunque, Loki sarebbe di fatto dovuto essere a Svartehflheim durante parte delle vicende dell’espansione.
Tirando le somme, l'espansione che più di tutte avrebbe potuto approfondire la Lore legata agli Isu fornisce, al momento, più domande che risposte. Vedremo se, nelle prossime settimane, le ormai consuete dichiarazioni post-lancio e il fumetto prequel aiuteranno a delineare un quadro più definito dell'intera vicenda. Un'eventualità che, comunque, non risolverebbe comunque i problemi (e le delusioni che hanno comportato) di questo terzo DLC di Valhalla.
Per approfondire:
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