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Assassin's Creed Valhalla: il fallimento del live service

Aggiornamento: 28 dic 2021

Ad ormai un anno dalla sua uscita, e a ridosso della conclusione del rilascio dei contenuti dell'"Anno 1" del supporto post-lancio, è ormai giunto il momento di tirare le somme circa i risultati di "Assassin's Creed: Valhalla", non tanto dal punto di vista economico (essendo il capitolo uno dei giochi più remunerativi di tutti i tempi, per Ubisoft) bensì da quello qualitativo.

E, in tal senso (nonostante l'ottimo lavoro fatto con il gioco base) i contenuti rilasciati nell'ultimo anno si sono rivelati decisamente deludenti sotto diversi punti di vista: Ubisoft non è stata infatti in grado di rilasciare contenuti di rilievo che mantenessero vivo l'interesse per il gioco, complici due espansioni lontane dall'essere memorabili e nuove modalità poco incisive e afflitte da diversi problemi, sia a livello tecnico che di giocabilità.


"Bug fantastici e dove trovarli"


Come ormai da prassi dai tempi del "disastroso" (per modo di dire) "Assassin's Creed: Unity", l'uscita di ogni nuovo capitolo è accompagnata dalle immancabili accuse di "downgrade tecnico", di "gioco buggato" e via discorrendo. Valhalla non ha ovviamente fatto eccezione, ma purtroppo per i videogiocatori, questa volta, gran parte delle critiche erano effettivamente sensate.

È doveroso precisare che i "bug" sono molto spesso esperienze - passatemi il termine - "soggettive", in quanto la maggior parte delle volte non tutti incappano nei medesimi problemi od errori tecnici (lo scrivente, per esempio, si è ritrovato "bloccato" solo un paio di volte a causa di missioni invisibili, rapidamente risolti ricaricando salvataggi precedenti), così come è doveroso distinguere tra bug "rompi-gioco" (per l'appunto, missioni mancanti, personaggi che non si muovono, impossibilità di proseguire e similari) dai "banali" bug grafici (oggetti volanti, texture mancanti e via discorrento), che non vanno ad intaccare la globale esperienza di gioco.

Sin dal lancio sono state numerose le segnalazioni e le lamentele nei forum online, relative a missioni che non partivano o all'impossibilità di completare determinati obiettivi: ad oggi sono ancora numerose le missioni e le attività "bloccate", stando alla lunga lista di problemi noti pubblicata da Ubisoft, tra le quali figurava fino a poco tempo fa anche la missione finale legata alla storyline dell'Ordine degli Antichi - una parte di storia decisamente importante e, di fatto, non completabile. A questo va segnalata anche l'esperienza legata al Festival di Yule (così come il Festival di Ostara arrivato successivamente), un evento a tempo rilasciato sotto il periodo natalizio, all'interno del quale diverse missioni legate allo stesso si sono rivelate, per l'appunto, non completabili, se non aggirando con diversi trucchetti il problema. In maniera analoga, anche le Sfide di Maestria, rilasciate con l'aggiornamento di giugno 2021, si sono rivelate particolarmente complicate da giocare, non tanto per la loro difficoltà ma per la presenza di numerosi bug (uno dei quali impedisce proprio l'avvio delle missioni, problema segnalato sui forum ufficiali ma ancora lungi dall'essere corretto, 6 mesi dopo la segnalazione dello stesso) legati ad esse.

Non parliamo poi del problema legato all'odiato Mantello di Mari Lwyd, oggetto di equipaggiamento alquanto vistoso che viene automaticamente equipaggiato in una certa missione della storia, che per molti risultò impossibile da rimuovere anche dopo aver finito la relativa Saga - un problema certo non grave, ma che ha comunque intaccato l'esperienza di chi ha riscontrato tale bug.

A tal proposito, ad aprile 2021 Ubisoft ha annunciato un cambiamento nella gestione dello sviluppo delle patch di Valhalla, allungando a cinque settimane il periodo di pubblicazione tra un aggiornamento e l'altro (contro le quattro precedentemente utilizzate) allo scopo di garantire una gestazione migliore delle correzioni necessarie da apportare al gioco. Tale operazione non ha tuttavia aiutato a migliorare la situazione, vista la marea di problematiche segnalate tutt'oggi nei forum ufficiali del gioco che spuntano puntualmente a ridosso dell'uscita delle patch.

Definire critico il comparto tecnico di Valhalla sarebbe probabilmente un eufemismo: ci troviamo indubbiamente di fronte ad uno dei capitoli più problematici e "buggati" degli ultimi anni (seppure, è doveroso dirlo, non a livelli disastrosi), probabilmente per colpa (parzialmente) della pandemia globale che ha comportato diversi rallentamenti allo sviluppo, ma anche per via di numerosi problemi interni agli studi di sviluppo.

Con un lungo report datato 20 dicembre 2021, il sito axios.com ha descritto la situazione interna degli studi del publisher francese negli ultimi 18 mesi, definendola "il grande esodo". La compagnia, che globalmente registra circa 20'000 dipendenti, ha registrato un numero di dimissioni senza precedenti, che hanno avuto un grosso impatto nella gestione e nello sviluppo dei progetti.

Parlando di numeri, almeno 5 dei 25 migliori sviluppatori di Ubisoft Toronto (studio dietro il recente "Far Cry 6") hanno abbandonato la compagnia dopo l'uscita del gioco, mentre 12 dei "top 50" dello studio di Montreal si sono licenziati dopo l'uscita di Valhalla (tra di questi troviamo Raphael Lacoste e Darby McDevitt, quest'ultimo ritornato "all'ovile" lo scorso mese). Per fare un paragone, stando alle statistiche linkedin, Ubisoft ha registrato un tasso di dimissioni pari al 12% dell'intero organico, contro il "solo" 9% di EA e il 7% di Epic.

Questo "esodo" ha avuto ovviamente grossi impatti anche sullo sviluppo: il report riporta che un ex-dipendente ha ricevuto una chiamata da parte di uno sviluppatore Ubisoft in cerca di aiuto per la risoluzione di un problema in un gioco, in quanto - tra coloro rimasti nel team - nessuno era in grado di utilizzare uno specifico programma.

A "rincarare la dose" arriva anche Hugo Sahuquet, narrative director del primo DLC di Valhalla, anch'egli non più parte di Ubisoft. Sono tre, a detta sua, le motivazioni dietro questo fenomeno: responsabili dei progetti dagli atteggiamenti tossici e nocivi per l'ambiente lavorativo (una problematica enorme, denunciata in più occasioni negli ultimi anni, ma ancora lontana dall'essere risolta), divergenze creative e compensi troppo bassi.

Che ci fossero problemi dietro le quinte era ormai evidente da tempo, vista la condizione in cui verte attualmente Valhalla - afflitto da pesanti bug (ultimo ma non meno importante l'impossibilità di iniziare il "nuovo" evento di Yule, bug che verrà risolto solo a inizio gennaio), ma tali problematiche erano state fino ad ora imputate alle difficoltà pregresse causate dalla pandemia e dal lavoro remoto. A questo punto è tuttavia chiaro che c'è ben altro dietro tale situazione, e viene lecito chiedersi cosa ciò comporterà per il futuro (soprattutto per il terzo DLC, "L'Alba del Ragnarok", in arrivo a marzo...).


L'Odissea di un Vichingo


Con l'uscita di "Assassin's Creed: Odyssey", Ubisoft intraprese una nuova strada in termini di gestione del supporto post-lancio di un Assassin's Creed, offrendo un'esperienza di gran lunga più ricca e duratura rispetto a quanto fatto in passato. Già con "Assassin's Creed: Origins" il supporto ebbe una durata notevole, considerando quanto fatto in precedenza (il supporto post-lancio durò più di 6 mesi), ma con il capitolo ambientato in terra greca la software house francese offrì ai giocatori un rilascio costante di aggiornamenti dalla durata di più di un anno (si pensi che vennero aggiunti due nuovi set addirittura a marzo 2020 e ad ottobre 2020, due anni dopo l'uscita del gioco!), articolati in missioni aggiuntive gratuite, missioni settimanali e giornaliere, nuove meccaniche e migliorie interne, oltre che ai consueti DLC ed espansioni (2 grosse espansioni, suddivise ognuna in tre capitoli - un'operazione alla lunga poco convincente).

In termini prettamente quantitativi, Odyssey si rivelò una graditissima sorpresa, capace di rimanere all'interno delle classifiche di vendita anche a due anni di distanza dall'uscita (come riportato in precedenza) e di intrattenere i giocatori in maniera costante e duratura: inutile dire che ciò contribuì ad alzare notevolmente le aspettative relative al supporto post-lancio di Valhalla, aspettative - ahinoi - non pienamente ripagate.

È doveroso fare anche qui una premessa, in quanto appare chiaro che l'attuale situazione mondiale e le problematiche legate al Covid-19 hanno verosimilmente causato rallentamenti non indifferenti allo sviluppo del gioco, per via della necessità degli sviluppatori di lavorare da remoto - il che ha verosimilmente comportato uno slittamento della pubblicazione dei contenuti post-lancio di Valhalla, in primis dei DLC di espansione della storia: il primo è stato infatti rilasciato a primavera inoltrata, circa 6 mesi dopo l'uscita del gioco - una finestra temporale non indifferente considerando che in passato i primi DLC venivano pubblicati circa 2/3 mesi dal rilascio del capitolo.

Da menzionare il fatto che l'effettiva pubblicazione della prima espansione, "L'Ira dei Druidi", è stata posticipata rispetto alla data inizialmente annunciata: il posticipo non ha comunque reso l'esperienza esente da problemi (fu addirittura impossibile per diversi giocatori in possesso del Season Pass riscattare il DLC all'uscita!) - motivo per il quale, presumibilmente, la data del secondo contenuto aggiuntivo, "L'Assedio di Parigi" (previsto in arrivo nel corso dell'Estate 2021), non è stato ancora rivelata ad ormai una settimana dall'inizio del mese di agosto. Probabilmente Ubisoft vuole evitare un ulteriore posticipo "pubblico" che non verrebbe accolto tanto positivamente.

La mancanza di novità di rilievo ha portato ad un interesse e ad un coinvolgimento complessivo verosimilmente inferiore, una volta terminata la storia principale: il fatto che i contenuti finora rilasciati abbiano poi disatteso le aspettative della community (si pensi al già citato Festival di Yule e alle attesissime Razzie Fluviali, tanto decantate in fase di presentazione quanto deludenti dopo averle giocate) non ha certo aiutato in tal senso.

Ulteriore mancanza nei confronti della community - che per molti vorrà forse dire poco, ma che è comunque un passo indietro rispetto al passato - è il modo in cui viene gestita la comunicazione attraverso i canali ufficiali Ubisoft: per Odyssey ed Origins venivano difatti pubblicati, all'inizio del mese, dei lunghi resoconti che anticipavano i contenuti in arrivo nelle settimane successive, come ad esempio patch, modifiche al gioco, set premium e quant'altro - un'operazione che Ubisoft ha invece abbandonato per Valhalla, sostituendola con delle sporadiche e scarne comunicazioni rilasciate il giorno prima dell'uscita delle varie patch.

Si pensi, ad esempio, che l'arrivo delle Razzie Fluviali precedentemente menzionate venne confermato solo il giorno prima, e il trailer di presentazione delle stesse venne rilasciato, invece, dopo che la patch era già stata pubblicata da diverse ore...

Insomma, rispetto al passato sembra quasi che, per quanto riguarda Valhalla, la gestione delle comunicazioni con la community sia passata in secondo piano, e che non gli si dia più la medesima importanza che aveva invece in precedenza, una cosa forse indifferente per molti, ma che denota un notevole passo indietro rispetto a quanto fatto con Odyssey - capitolo decisamente meno convincente rispetto all'ottimo Valhalla, in termini prettamente ludici.


Ampliando gli orizzonti


Volenti o nolenti, he i DLC siano ormai parte fondamentale ed integrante dell'esperienza di un Assassin's Creed è ormai assodato, seppure il fatto che parte delle vicende legate al Presente di Odyssey fossero incluse proprio nella seconda espansione del gioco, "Il Destino di Atlantide", ha scatenato non poche critiche nei confronti di Ubisoft. Forse proprio per tale motivo le (prime) due espansioni di Valhalla hanno scelto un approccio totalmente diverso, proponendo vicende totalmente slegate sia dalla trama principale sia dalle vicende personali di Eivor: gli eventi dei DLC avvengono difatti in momenti non precisati della storia del gioco base, e possono essere addirittura avviati sin dalle prime ore.

Ad essere problematica risulta essere la gestione cronologica degli eventi, in quanto le vicende storiche che fanno da sfondo alle espansioni hanno una datazione ben specifica: l'Ascesa al Trono d'Irlanda di Flann Sinna, narrata nel primo DLC, avviene difatti appena prima della conclusione della storia principale, mentre l'Assedio di Parigi protagonista della seconda espansione avviene addirittura dieci anni dopo quanto viene mostrato nell'ultima missione di Valhalla. Tale collocazione, tuttavia, è stata bellamente ignorata, mostrandoci una Eivor ancora lontana dalla Jarl che diviene alla fine del gioco (e creando addirittura diverse incongruenze se le espansioni venissero giocate prima di concludere la storia principale: perché mai Eivor dovrebbe perdere tempo a viaggiare in Irlanda invece che trovare suo fratello Sigurd, imprigionato dalla Paladina Fulke?). Impossibile non menzionare inoltre il fatto che nel corso della storia principale vi sono una serie di elementi e rimandi narrativi totalmente ignorati e accantonati nelle due espansioni: addirittura, originariamente, nel finale del gioco avremmo dovuto assistere alla partenza di Halfdan verso l'Irlanda (dove storicamente morì), evento che sarebbe stato poi potenzialmente ripreso nel primo DLC.

Questa gestione delle espansioni le ha di fatto rese dei meri filler, totalmente inutili e superflui dal punto di vista narrativo: un cambiamento decisamente radicale rispetto a quanto fatto nei capitoli precedenti.

 

La non eclatante gestione di questo "primo anno" di contenuti solleva diversi dubbi in merito alla qualità di quelle che saranno le future espansioni, nonché del supporto a lungo termine del gioco stesso. Non ci resta che attendere e sperare che, nei prossimi mesi, le cose si sistemino a dovere.

 

Per approfonire:


Le nostre recensioni dei due DLC:


Fonti:


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